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Umbria: baby-giocatori "strozzati" dal gioco d'azzardo

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"In Umbria è diffuso il fenomeno dell'usura sui minori. In molti, quasi maggiorenni, mettono le mani sulle macchinette (magari in presenza di qualche gestore distratto) e si trovano a perdere": lo dice, in un articolo pubblicato dal Giornale dell'Umbria, Alberto Bellocchi, presidente della Fondazione Umbria contro l'usura e procuratore della Repubblica presso il tribunale dei minorenni di Perugia.
Le somme per cui i ragazzi s'indebitano per slot e scommesse vanno dai 300 ai 600 euro, ma - sottolinea il quotidiano - possono portare i giovanissimi scommettitori a diventare oggetto di ricatto, anche da parte di adulti, frequentatori di locali dove si gioca.
"In partenza - continua Bellocchi - i prestiti riguardano cifre basse, ma con un tasso di interesse giornaliero anche del 10 per cento. Vale a dire del 3.500 per cento su base annua". Quindi un debito di 300 euro in appena due mesi è destinato a diventare di 1.800. In Umbria - secondo il quotidiano - ci sono 16.000 baby-giocatori.
Quando le giocate diventano frequenti e s'inizia a perdere "c'é sempre qualcuno disposto a prestare i soldi persi", avverte Bellocchi, descrivendo un sottobosco di personaggi che, non necessariamente legati alla criminalità organizzata, possono aprire la porta ad ambienti pericolosi. Il ricatto, ad esempio, per i minorenni può essere quello di sdebitarsi spacciando la droga per conto dei creditori.
Secondo Bellocchi, non mancano le "famiglie che si sono trovate in condizioni di disagio a causa dei debiti di un figlio o, come accade più spesso, del marito".