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Umbria: «I ragazzi che si ubriacano? La prevenzione deve partire da casa!"

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I commercianti: attenti, si rischia di punire chi fa vivere il centro

IL MESSAGGERO.it

Alcol e movida nell'acropoli, l'accordo tra i vertici dei commercianti e del Comune di Perugia sembra raggiunto. Le voci si rincorrono, il piano va limato, ma i punti fermi ci sono: niente alcol ai minorenni, stop alla mescita all'una e mezza, steward anti-abuso e shottini cari contro l'ubriacatura facile. Accordo raggiunto, si diceva. Ma l'ordinanza non ancora nero su bianco fa discutere i gestori dei locali. E quello che sembra serpeggiare dietro i banconi si allontana, in verità, dal paventato idillio tra i vertici.
«E' un piano ragionevole - commenta Maura La Cava dal Blitz -, ma ci auguriamo che sia, come promesso, l'esperimento di un periodo. E' vero, rispetto alle voci iniziali che volevano lo stop della vendita di alcol a mezzanotte, c'è stato sicuramente un venirsi incontro: noi gestori ci impegniamo a non vendere alcol ai minorenni, a non praticare prezzi troppo bassi e il Comune rivede gli orari. Ci si chiede un sacrificio per risolvere un problema della città e noi diciamo sì. Ma che l'esperimento abbia una durata altrettanto ragionevole. O sembrerà un atto punitivo nei confronti dei locali del centro storico». Acropoli svuotata, a vantaggio di altre zone meno "proibite", commercianti in difficoltà, già ben oltre la crisi, e se le conseguenze fossero anche queste probabilmente la spina dorsale del piano, quella del recupero della vivibilità del centro storico, potrebbe essere compromessa. E' quello che pensano un paio di altri protagonisti della Perugia by night. «Preferiamo non comparire - spiegano - perché se va avanti così potremmo chiudere presto. Una cosa è certa: l'accordo tra le associazioni e il Comune ci è stato imposto. Vogliamo la mescita fino all'una e mezza? Allora perdiamo i clienti. Il problema, infatti, non è dar da bere o meno ai ragazzi tra i 16 e i 18 anni, ma se si crea l'idea di un centro off limits, di un'acropoli dalle mille proibizioni, oltre ai noti svantaggi di transito e parcheggio, qui non ci verrà più nessuno. Altro che far rivivere il centro. Qui chiudiamo presto tutti. Non si favoriscano solo zone e centri periferici, magari su cui si è investito per anni, con la scusa di aiutare l'acropoli. A questo punto ce ne andiamo noi». «Ci chiedono di verificare l'età dei nostri clienti - dice un altro gestore scontento -. Ok, lo faremo. Ma perché non ci sono gli stessi controlli ferrei tra i clienti che escono da qui mettendosi d'accordo su dove scambiarsi soldi e dosi? Sono queste cose che creano la non vivibilità, lo spaccio sotto ai miei occhi, lo spaccio davanti a cui sono inerme. Vogliamo più controlli, sì, ma per tutto. E a questo proposito, sarà proprio vero che toccherà a noi pagare gli steward anti-abusi? Pure?».
«Non ci fate chiudere troppo presto - è la richiesta di Giacomo Serao, gestore del locale in via Danzetta -. Anche l'una e mezza non va bene, se l'idea è rivitalizzare il centro. E per noi commercianti si parla di perdite non indifferenti. E poi, va bene il prezzo alto sugli shottini (il costo basso, tra l'altro, è spesso solo sintomo di pessima qualità di quello che arriva nel bicchiere: i controlli ci vorrebbero anche lì), ma chiedere i documenti mi pare eccessivo. Vendiamo da bere, non facciamo i poliziotti». Ma non dà da bere a chi è già visibilmente ubriaco, Serao, così come tutti i colleghi del centro. Che hanno altre due cose in comune: in molti indicano alcuni locali specifici, famosi per vendere alcol in vetro a tutte le ore e shottini a prezzi discount. «Per colpa loro - dicono - paghiamo tutti». E poi, le famiglie dei giovani che alzano troppo il gomito. «Noi ci siamo e ci impegniamo - commenta per tutti Maura La Cava -, ma una madre e un padre che vedono tornare a casa un figlio ubriaco, si pongono il problema di stargli più vicino, di capire il perché di certi abusi o la colpa è solo nostra? Per questo sono contenta che il piano preveda di avvisare i genitori dei minorenni beccati troppo alticci. E' giusto che tutti, famiglie comprese, si prendano le proprie responsabilità».
Non c'è solo la battaglia contro l'alcol nelle prossime ordinanze di palazzo dei Priori. Si parla anche di decoro urbano: quello reso "zoppo" da una disposizione del Comune che prevede la non introduzione di bottiglie di vetro e lattine sulle scale del Duomo. Sì, ma dalle 20 alle 7. «E il resto del giorno - chiede Paolo Orlando, l'operatore ecologico più conosciuto dell'acropoli -? Passiamo ore a pulire solo quelle scale e quelle della sala dei Notari: la gente ci lascia di tutto. Bibite, sigarette, caffè e pure cartoni di pizza e buste della spazzatura, nonostante la decina di cassonetti in piazza». Anche l'educazione evidentemente è carta straccia.