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Umbria: scoperto il bluff dello studio sul “vino terapeutico”

Umbria: scoperto il bluff dello studio sul �vino terapeutico�

Denunciate dalla Guardia di Finanza cinque persone, sei aziende coinvolte
Ricerche bluff su proprietà terapeutiche del vino e aziende vitivinicole fantasma di fronte all'erario: la Gdf di città di Castello, in Umbria, ha scopero una maxi truffa e accertato una frode fiscale per oltre 19 milioni di euro, con vendite totalmente in nero, passate attraverso una società prestanome sudamericana. Cinque persone sono tate denunciate, sei le aziende coinvolte. I militari dopo due anni di indagini, hanno scoperto una ingente frode fiscale ed un complesso ed insidioso sistema illegale in danno del bilancio nazionale per la concessione di contributi. Tutto parte dalla verifica fiscale di una società di produzione vinicola e riconducibile ad una cittadina sudamericana, utilizzata come prestanome, che acquistava grosse partite di vino e di prodotti enotecnici dalla Spagna per destinarli poi in Portogallo con l'uso di fatture false. In realtà i prodotti erano stoccati in diversi depositi a Perugia ed Umbertide, dove venivano poi venduti completamente in nero ad operatori del settore. La Guardia di Finanza ha rilevato che sono stati oltre 200mila gli accessori per prodotti enologici quali cantinette, decanter, termometri, cavatappi, set assaggi ed altri oggetti professionali per sommelier oltre a 2.400 bottiglie di vino spagnolo "riserva" venduti in poco tempo e in totale evasione d'imposta. La società verificata è risultata essere totalmente sconosciuta al fisco e, nel corso degli anni, ha sottratto all'imposizione oltre 19 milioni di euro. I successivi approfondimenti svolti dalle fiamme gialle hanno poi focalizzato l'attenzione su di un'altra società, sempre operante nel settore vinicolo e collegata a doppio filo alla precedente, che aveva richiesto l'erogazione di un contributo al Far (Fondo per l'assistenza alla ricerca scientifica) del Ministero dell'Istruzione dell'Università e della Ricerca Scientifica per uno studio sulla "produzione di prodotti medicamentosi a base di vino con proprietà terapeutiche". Le fiamme gialle anche con la consulenza di esperti, hanno non solo scoperto il coinvolgimento di altre aziende per un giro di fatture false presentate al Ministero per giustificare i costi del progetto e ripartire sia le spese fittizie sia il contributo statale, ma hanno anche alla fine provato che la ricerca scientifica era un bluff e il denaro pubblico era stato invece speso per acquistare attrezzature varie per potenziare la produzione del vino. Cinque le persone denunciate alla Procura della Repubblica di Perugia e sei le società coinvolte. I reati contestati sono quelli di associazione a delinquere finalizzata alla truffa ai danni dello Stato e quelli di frode fiscale. Contestualmente sono state avviate le procedure di sequestro per equivalente dei beni. Sarà la Procura regionale della Corte dei Conti di Perugia e l'organo ministeriale erogante il contributo, prontamente avvisati dalla Guardia di Finanza, a provvedere al recupero del contributo illecitamente percepito ed alla cancellazione delle due società perugine dagli albi della pubblica amministrazione.