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News di Alcologia

Una riflessione sull’efficacia delle politiche preventive per il controllo dei consumi di bevande alcoliche

Una riflessione sull’efficacia delle politiche preventive per il controllo dei consumi di bevande alcoliche

Una riflessione sull’efficacia delle politiche preventive per il controllo dei consumi di bevande alcoliche

Allaman Allamani, Franca Beccaria, Corrado Celata, Francesco Cipriani, Shlomo Stan Einstein, Pasquale Pepe, Franco Prina, Sara Rolando, Fabio Voller

1. Diversità e aspetti comuni dei modi di bere e dei danni alcol-correlati

Gli studi che qui passiamo in rassegna si riferiscono soprattutto, anche se non solo, ai paesi europei. Infatti l’Europa è un buon terreno di indagine in quanto caratterizzata storicamente da una elevata produzione e commercializzazione di bevande alcoliche (un quarto del contenuto alcolico nel mercato globale delle bevande alcoliche è di provenienza europea) e di consumo delle medesime (il quale in Europa è più del doppio della media mondiale).

Oltre a ciò, i popoli dei vari paesi europei attribuiscono diversi valori, funzioni e significati al bere, il che differenzia le loro attenzioni e preoccupazioni circa le bevande alcoliche, nonché le loro politiche alcologiche (Lolli, 1959; Sulkunen, 1989; Heath, 1995; Beccaria et al. , 2012; Anderson e Baumberg, 2006; Møller e Anderson, 2012). Infatti, mentre nelle culture del bere delle regioni settentrionali – paesi scandinavi e Regno Unito – vi sono aspettative positive sulla perdita del controllo e sull’ubriachezza, all’opposto nei paesi delle regioni meridionali e centrali – quali Spagna, Francia, Italia e Portogallo, e Svizzera, Austria e Germania meridionale – bere si combina col socializzare avviene in occasioni conviviali e sociali, usualmente ai pasti, e l’ubriachezza è vista in modo negativo (Järvinen e Room, 2007).

Inoltre il consumo pro capite ha presentato trend specifici per ciascun paese. Per esempio, per diversi anni dopo la fine della seconda Guerra Mondiale, Francia e Italia sono stati i maggiori consumatori, specie di vino: nel periodo dal 1961 al 1980 il consumo francese pro capite oscillava tra i 19 e i 26 litri di alcol puro per abitante dai 15 anni in su maggiore di 14 anni, quello italiano tra i 16 e i 19 litri.

Se prendiamo invece come punto di osservazione il 2008, i più grandi consumatori erano gli austriaci (12,4 litri) e gli ungheresi (10,7 litri) (World Health Organization, 2011a).

Secondo lo studio AMPHORA, tra gli anni ’60 e il 2000 il consumo alcolico nelle regioni europee meridionali è sceso da 19,39 a 10,39 litri di alcol puro per abitante maggiore di 14 anni, mentre nelle regioni dell’Europa centrale è aumentato da 10,27 a 11,54 litri e nelle regioni dell’Europa settentrionale da 5,32 a 8,63 litri (Allamani, Pepe e Voller, 2015).

Inoltre, ad esempio, nel 1990 nella Federazione Russa si è registrato un consumo di 7,73 litri di alcol puro pro capite per abitante maggiore di 14 anni, che è salito a 10,12 litri nel 2014, mentre in Italia è rispettivamente disceso da 10,95 a 7,65 litri (European Health For All Database, 2016).

Dal punto di vista dei danni alcol-correlati si sono potuti osservare notevoli cambiamenti temporali (World Health Organization, 2015).

In Europa, la mortalità per patologie epatiche e quella per incidenti stradali – indicatori del danno alcol-correlato rispettivamente acuto e cronico – sono diminuiti tra gli anni ’70 e gli anni 2000.

(...omissis...)

Copia integrale dell'articolo si può trovare sulla rivista "Mission" n. 49: http://www.federserd.it/files/download/Missio49_web.pdf

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.cufrad.it)