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Veneto, dati allarmanti: in aumento alcol e droga

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I dati verranno illustrati domani a Verona. Il primo spinello spesso viene fumato già a 14 anni
Verona. Cresce nettamente in Veneto il numero delle persone che hanno problemi di alcol e di droga. Lo affermano i dati preliminari del rapporto epidemiologico 2009 (dati 2008) che sarà presentato domani a Verona e tiene conto delle cifre provenienti dai 21 Dipartimenti della Regione Veneto per la cura delle dipendenze.
I numeri del 2008 mostrano un +12% rispetto al 2007 delle persone alcoldipendenti, mentre i tossicodipendenti sono aumentati addirittura del 70% dai primi anni '90. Come se il periodo di difficoltà economico, la crisi finanziaria, il problema del lavoro precario, abbiano acuito i disagi.
A fronte di questo incremento, osserva una nota della Regione, le strutture e le risorse umane sono rimaste uguali e risultando quindi sottodimensionate rispetto al bisogno assistenziale.
L'aumento esponenziale delle persone in cura, se da una parte preoccupa perchè è segno di un aumento della diffusione del fenomeno, dall'altra - sottolineano gli esperti dei problemi di dipendenza - permette di capire come la risposta generale del sistema delle dipendenze regionale ci sia, «anche se con il fiato corto», e permetta di dare risposte terapeutiche e preventive ad un grave problema che sempre più investe giovanissime generazioni. E proprio guardando ai giovani si evidenzia un dato preoccupante: il primo uso di sostanze stupefacenti, di solito cannabis, avviene sempre più di frequente attorno ai 14 anni.
La radiografia veneta per gli abusi e le dipendenze di alcol e droga trova conferme anche nello studio presentato alla società di Alcologia a Roma. «Rispetto a dieci anni fa si è drasticamente abbassata la soglia d'età dei giovani che si rivolgono ai servizi sociali per problemi di abuso di alcol, al punto che anche quattordicenni hanno problemi di abuso d'alcol», ha detto Giovanni Addolorato, dell'Università Cattolica del Sacro Cuore e della Società italiana di Alcologia (Sia), al meeting annuale dell'Aisf, l'Associazione italiana per lo studio del fegato.
«Negli ultimi anni - ha aggiunto Addolorato - è aumentata la percentuale delle persone con problemi di alcol e nel caso dei giovani si è assistito al cambiamento dello stile di assunzione dell'alcol che non è più di tipo mediterraneao ma anglosassone e esplicita nel fenomeno del binge drinking», vale a dire l'assumere alcol in modo compulsivo fino ad ubriacarsi.
«Le conseguenze di questo fenomeno - dice Addolorato - non sono ancora quantificabili in termini di malattie del fegato, solo tra 15 anni se ne potranno vedere gli effetti».