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Cyberbullismo : la violenza corre sul web

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Cyberbullismo : la violenza corre sul web

Nell’ultimo decennio internet e in particolare i social network sono diventati sempre più fruibili da parte dei giovani. Difficile trovare un adolescente che non utilizzi facebook, twitter, ask o youtube e gli altri social, e probabilmente altrettanto difficile è trovarne qualcuno che non sia stato almeno una volta – nel migliore dei casi – vittima del cosiddetto CYBERBULLISMO.

Con questo termine ci si riferisce a tutti quei comportamenti di prevaricazione perpetrati verso i pari in condizioni di asimmetria di potere, tramite mezzi elettronici quali blog, sms, telefonate, chat, e-mail e siti web. Che si tratti, come nel caso del bullismo, di discriminazioni di genere, etniche, di persecuzioni o molestie, l’uso del web conferisce a questo fenomeno alcune caratteristiche peculiari che lo rendono più difficile da perseguire. Basti pensare alla possibilità di mantenere l’anonimato, che a sua volta si lega all’assenza di remore etiche (l’illusione di essere un’altra persona riduce il peso del senso di colpa per l’aggressività verso l’altro, che spesso nemmeno si conosce), nonché l’assenza di limiti spazio-temporali che rende molto più pervasiva questa forma di bullismo rispetto a quella classica, in quanto il molestatore può di fatto in qualsiasi momento raggiungere la vittima, grazie all’immediatezza dei mezzi elettronici.

Ciò che invece non cambia sono le caratteristiche della vittima :

si tratta solitamente del ragazzino che si differenzia dai coetanei per gusti o interessi, o magari a causa della propria timidezza. Anche le motivazioni che spingono il bullo ad agire sono sempre le stesse : desiderio di popolarità e di prevaricazione o, sconcertante ma vero, la semplice noia.

A rendere il cyberbullismo per certi aspetti più violento del bullismo nella sua forma “classica”, concorrono ancora una volta le caratteristiche proprie dei mezzi elettronici. E’ infatti più facile per il bullo eludere il controllo degli adulti, nonché trovare gruppi, come nel caso dei forum, grazie ai quali farsi forza per continuare a compiere il comportamento violento : la diffusione delle responsabilità tra più persone, riduce l’impatto di quelle istanze interiori responsabili di scatenare in noi il senso di colpa quando feriamo volutamente qualcuno. I social network inoltre non solo rendono facile reperire numerose informazioni sulla vittima, comprese foto e filmati, ma anche diffonderne in maniera capillare altre infamanti con lo scopo di schernirla e umiliarla, una diffusione che spesso è talmente ampia che risulta difficile da arginare.

Il cyberbullismo si declina in varie forme, che vanno dal flaming, messaggi violenti con il solo scopo di scatenare discussioni online, alla cybepersecuzione, dalle molestie alla denigrazione, dal diffondere informazioni private e/o imbarazzanti sulla vittima all’escluderla deliberatamente per emarginarla; qualunque sia il modo in cui questo tipo di prevaricazione si manifesta, è importante per gli adulti essere in grado di riconoscere se si trovano ad essere genitori di una vittima di bullismo o del bullo stesso.

Nel primo caso, qualora il ragazzo o la ragazza non si sia confidato, cosa molto probabile visto che subire atti di bullismo scatena spesso vergogna nella vittima, è bene stare attenti a repentini cambiamenti di umore e di abitudini, che potrebbero essere campanelli di allarme. Nel caso invece si sospetti che il proprio figlio adolescente sia uno di quelli che il bullismo lo mette in pratica, è bene prestare attenzione al tempo passato su internet e al tipo di attività svolte, insomma aumentare la supervisione.

E’ bene ricordare che gli episodi più gravi di cyberbullismo rientrano in veri e propri reati e come tali sono perseguibili. Oltre a rivolgersi alla polizia postale, i genitori possono attuare alcune precauzioni pratiche, come regolare l’uso di internet o tenere il computer in un posto della casa frequentato da tutti e quindi più facilmente controllabile. In generale, gli insegnamenti dati nella vita di tutti i giorni valgono anche per internet, ma è molto importante far sì che i propri figli imparino alcune regole fondamentali per usare il web in maniera sicura, tra cui :

- non diffondere mai i propri dati personali, che si tratti di indirizzi, numeri di telefono o password;

- non accettare inviti da persone conosciute online;

- parlare con un adulto se un messaggio crea confusione o disagio e comunque evitare di rispondervi;

- non credere di poter utilizzare un linguaggio volgare o offensivo verso gli altri solo perché protetti dall’anonimato.

Quello che essenzialmente bisogna far capire ai nostri ragazzi è che le persone che si incontrano online sono reali e che come tali possono ferirci o sentirsi ferite dal nostro comportamento. Soprattutto, è importante insegnare il rispetto per l’altro, che ci si trovi faccia a faccia o divisi da un monitor.

Recentemente il presidente della Camera dei deputati, Laura Boldrini, ha posto l’attenzione sulla necessità di creare una norma per il controllo del web, essendo lei stessa stata bersaglio di pensati offese e di cyberstalking. L’argomento è complesso è molto delicato, ciò che si teme è la censura in quello che è un mondo libero per antonomasia.

Mentre la politica discute su eventuali leggi, ciò che possiamo fare come genitori e come educatori è insegnare ai più giovani l’uso corretto di questo mezzo potentissimo e prezioso :

è questo il primo passo per tutelarli e per tutelare anche la stessa libertà che c’è sul web e che tanto ci piace.


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)