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Pediatrics: bullismo domestico e propensione all'abuso di alcol e droghe

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Allarme per le violenze tra bambini «Causano ansia e depressione»

E’ destinato ad essere iscritto nelle antologie di psicologia come «bullismo domestico», ovvero la versione casalinga di quel fenomeno che vede sempre più adolescenti protagonisti o vittime di atti di violenza psicologica o fisica. 
A raccontare questo fenomeno, ancor più drammatico perché vede coinvolti consanguinei, è Corrina Jenkins Tucker, professore dell’Università del New Hampshire e autrice di uno studio appena pubblicato sulla rivista specializzata «Pediatrics». Nel corso di una serie di interviste telefoniche, compiute su un campione di oltre 3.500 persone di età pari o inferiore ai 17 anni di età, o di chi ne fa le veci, è stato chiesto chi avesse subito o compiuto, almeno nell’ultimo anno, un atto di aggressione da parte del fratello o della sorella. 

Nella fattispecie sono ricompresi casi di bullismo psicologico, danneggiamento di oggetti, scontro fisico (senza armi e senza conseguenze a livello fisico), o confronti copro a corpo di maggiore gravità. Tra coloro, tanti secondo l’esito dell’indagine, che hanno vissuto attivamente o passivamente, un’esperienza di bullismo domestico, la stragrande maggioranze provava depressione, rabbia e ansia. In particolare tra i ragazzini al di sotto dei nove anni di età, mentre la quota tra i teenager, forse anche per orgoglio, è risultata un po’ inferiore. In ogni caso tutti hanno dimostrato di aver avuto ricadute psicologiche da bullismo. «Storicamente viene interpretato come un comportamento normale, talvolta persino positivo per il rafforzamento del carattere di due fratelli o sorelle che crescono assieme, e per questo non suscita particolari timori sui genitori», spiega l’autrice del rapporto. 
Ma c’è una differenza tra l’ordinaria amministrazione che caratterizza tutte le famiglie con più figli, protagonisti di bisticci tra fratelli e atti di gravità più marcata che non vanno trascurati perché producono la stessa condizione di sofferenza mentale del bullismo classico tra coetanei. «Fratelli coltelli» quindi, talvolta con ricadute ben più gravi del bullismo scolastico o tra compagni di giochi, secondo i dati analizzati dalla Tucker. Perché se il bullo è in casa può essere ancora peggio, non solo perché ci si deve condividere la cameretta e trascorrere tante ore insieme, ma perché fratelli e sorelle sopraggiungono delle complicazioni nelle dinamiche affettive e i rapporti sotto lo stesso tetto si fanno più complessi. 

Il Center for Desease Control, divisione del dipartimento per la sanità pubblica degli Stati Uniti, ha identificato il bullismo come uno dei maggiori rischi per la salute, visto che almeno il 30% degli adolescenti ha sperimentato, come autore o come vittima, episodi di bullismo. Nel primo caso si sviluppa una maggiore propensione all’abuso di alcol e droghe col crescere dell’età, o ad avere rapporti sessuali prima degli altri, finanche arrivando da grandi ad abusare di partner e figli. Nel secondo caso il rischio è di cadere in stati depressivi e ansiotici che si trascinano fino a tarda età con ricadute sulle prestazioni professionali e di studio,oltre che sulla stessa salute.

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)