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Astinenza da cannabis e disturbi del sonno nei veterani, uno studio americano

I tassi relativi ai disturbi da uso di cannabis sono in costante aumento, con un incremento del 50% negli ultimi 10 anni. Tale incremento viene tenuto sotto controllo grazie anche alla diffusione di programmi di trattamento mirati. Tuttavia, nonostante la diffusa ormai disponibilità di questi trattamenti, i tentavi autonomi alla cessazione del consumo di cannabis, rappresentano il metodo più comune per smettere di farne uso. E’ dunque importante capire e migliorare i fattori che possono interrompere il percorso verso la totale astinenza da cannabis al fine di studiare programmi di intervento sempre migliori. I disturbi del sonno, ad esempio, rappresentano uno dei fattori che, secondo gli studiosi, giocherebbe un ruolo cruciale nel mantenimento dell’astinenza da cannabis.
Questo studio, condotto da un team di ricercatori americano, ha analizzato proprio la qualità del sonno su un campione di veterani militari dipendenti da cannabis. Nello specifico è stato osservato come i 115 partecipanti allo studio potessero reagire, a livello di disturbi del sonno, con una riduzione del consumo di cannabis durante i primi sei mesi di auto trattamento.
Dall’analisi è emerso che gli individui con una scarsa efficienza/durata del sonno consumavano mediamente più cannabis all’inizio dello studio. E’ stato inoltre osservato che gli individui che avevano la percezione di una scarsa qualità del sonno, risultavano avere maggiori difficoltà nello smettere di consumare cannabis in contesti di trattamenti autogestiti.
Pur essendo necessari ulteriori studi che verifichino le connessioni esistenti tra consumo di cannabis e disturbi del sonno, tali risultati evidenziano la possibile utilità di interventi orientati ai disturbi del sonno, per migliorare gli esiti dei trattamenti per smettere di consumare cannabis.

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)