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Cannabis, dati sui consumi e rischi: alcuni studi

Cannabis, dati sui consumi e rischi: alcuni studi

Negli ultimi anni, dilaga il consumo di marijuana, soprattutto tra i più giovani
Sono sempre di più i giovani e giovanissimi ricoverati per guarire dalla dipendenza da cannabis e dai problemi mentali da

essa provocati.
È quanto emerge da uno studio diffuso ieri da vari giornali inglesi. Secondo gli esperti il numero di ragazzi bisognosi è

cresciuto di 1/3 nell'ultimo anno. In particolare, i medici dell'NTA - National Treatment Agency for Substance Misuse -

comunicano che sono stati ricoverati 4.400 giovani nel 2009, una decina circa al giorno: 3.700 quelli gravi, contro i 3.300

di quattro anni fa. In molti casi si tratta di 18-19enni.
Ma l'età del "primo spinello" è sempre più bassa, e ora si è arrivati anche a giovanissimi di 11-12 anni. È il rovescio della

medaglia dovuto al calo del consumo di altre droghe come l'eroina, la cocaina e il crack: la cocaina, in particolare, viene

consumata meno, anche perché quella che si trova per strada - dove il più delle volte si va in cerca di sostanze stupefacenti

- è di qualità sempre peggiore.
Il 29% dei trattamenti psichiatrici legati all'assunzione di droga, riguarda individui dipendenti dalla cannabis. Era del 18%

la percentuale fino a quattro anni fa. "I giovani fra i 18 e i 24 anni hanno meno problemi con le droghe storiche, ma ne

hanno di più con i derivati della cannabis", racconta Paul Hayes dell'NTA."Questo studio intende, dunque, sollecitare i

centri di assistenza medica che si occupano dei consumatori di sostanze stupefacenti, perché non si trovino impreparati di

fronte al progressivo aumento di questo tipo di pazienti".
Anche in Italia la cannabis sta vivendo un vero e proprio "boom". Dal 2001 a oggi i fumatori di "maria" sono passati da 1

milione e 900 mila a 3 milioni e 800 mila. Secondo la rivista 'Geo' l'incremento maggiore riguarda le donne di età compresa

fra i 15 e i 24 anni (+9,3%). Mentre l'Istituto Superiore di Sanità fa sapere (in base a dati di IPSAD Italia) che 350 mila

individui fra i 15 e i 54 anni fanno un uso quotidiano della cannabis.
Preoccupa soprattutto il consumo di cannabis skunk, varietà in grado di creare molti più problemi rispetto a quelle

tradizionali: chi consuma questo tipo di droga, infatti, presenta attacchi psicotici e deliranti in una percentuale 18 volte

maggiore rispetto alla norma.
Secondo gli esperti del London Institute of Psychiatry il legame fra psicosi e cannabis è innegabile: "Almeno 25.000 dei

250.000 schizofrenici nel Regno Unito, pari a un decimo del totale, avrebbero evitato di ammalarsi se non avessero fatto uso

di cannabis", dice Robin Murray, del centro inglese.
La cosiddetta "puzzola", dall'odore particolare, nasce negli anni '80 ibridando alcune varietà di cannabis già esistenti: la

indica e la sativa. Vengono compiuti anche molti altri esperimenti con varietà provenienti dal Messico, dalla Colombia, e

dall'Afghanistan. Leslie Iversen, farmacologo dell'Università di Oxford, ritiene che questa forma di cannabis sia più forte

delle tradizionali del 10-12%.
Il principio attivo del "superspinello" - il THC - arriva al 16%, contro il 3-5% della marijuana comune. Il suo effetto è

dunque paragonabile a quello dell'LSD o di altri allucinogeni. Il fatto che la varietà 'skunk' sia in costante espansione è

anche provato dal fatto che rappresenta l'80% dei sequestri di droga effettuati dalla Polizia. Presso il London Institute of

Psychiatry sono in cura circa 200 ragazzi per dipendenza da cannabis e più della metà è trattata per psicosi, in cui

allucinazioni e deliri impediscono di discernere correttamente la fantasia dalla realtà.
Il consumo smodato di cannabis è peraltro alla base di gravi fatti di cronaca. Luke Mitchell è il 16enne che nel 2003 uccide,

in Scozia, la fidanzatina 14enne Jodi Jones, dopo averla denudata e legata: è stato condannato a 20 anni. L'accusa ha tirato

in ballo 2 temi: la cannabis e Marilyn Manson. Manson, però, si è difeso dicendo che lui non c'entra niente con le azioni di

chi ascolta i suoi pezzi, e che dunque è solo l'educazione di un genitore che incide sul futuro comportamentale di un figlio.

È rimasta la cannabis, che logicamente nessuno ha potuto discolpare.
Analogo il caso di Lucy Braham, aggredita dal fidanzato ventitreenne William Jaggs, e finita con 66 coltellate. Responsabile?

La malattia del giovane, schizofrenia, innescata presumibilmente dal consumo eccessivo di spinelli.
In Italia non ci sono casi così macabri da rispolverare, tuttavia anche nel Belpaese si sono avuti sinistri legati all'uso

improprio della cannabis (utilizziamo il termine 'improprio' perché ultimamente diversi studi scientifici propongono di

impiegare i derivati dei cannabinoidi per curare varie malattie). L'ultimo risale a 3 anni fa, quando l'autista di un pullman

con una scolaresca a bordo, si ribaltò sulla bretella autostradale Casale-Santhià. All'indomani della condanna per omicidio

plurimo - la vicenda costò la vita a 2 bambini - l'accusato rivelò di aver fumato cannabis la sera precedente.
Non dovrebbe comunque stupire un fatto del genere se si considera che - secondo uno studio condotto dalla National Highway

Traffics Safety Administration - basta una singola dose anche moderata di "paglia" per alterare le prestazioni alla guida di

un automezzo. Con l'alcol, peraltro, le cose peggiorano ulteriormente e i riflessi vengono pesantemente compromessi.
Nel 2004 David Blunkett, membro del Parlamento inglese, propose di riclassificare le droghe, passando la cannabis dalla

classe B alla classe C, ossia dalle pericolose alle meno pericolose. Commise un errore, visto che nel 2008 su ordine del

ministro Gordon Brown la cannabis tornò alla sua precedente posizione.Il punto è che non è facile stabilire la "pesantezza" e

quindi la nocività di una droga. Molti esperti propongono di dimenticare la distinzione fra droghe "leggere e pesanti" e

affidarsi al più attendibile "easy and not easy" (facili e non facili).
Generalmente si considera la differenza fra droghe leggere e pesanti in base al livello di dipendenza e alla gravità dei

danni prodotti all'organismo. Dunque lo "spinello", viene normalmente considerata una droga leggera, benché i danni prodotti

al polmone siano equiparabili al fumo di 16 sigarette, e il rischio di tumore all'organo respiratorio aumenti di 500 volte

rispetto ai fumatori di tabacco.
Ripercussioni si hanno anche in ambito economico, tenuto conto del fatto che chi fuma marijuana perde più giorni di lavoro

rispetto a chi fuma sigarette o non fuma, per via di malesseri di vario genere comprendenti tosse, catarro, malattie

respiratorie acute. A scuola i ragazzi che si fanno troppi spinelli hanno un rendimento decisamente peggiore degli altri: le

percentuali di giungere regolarmente al diploma sono ridimensionate per problemi riguardanti mancanza di attenzione, scarsa

attività mnemonica e di apprendimento.
Cosa fa la cannabis? A dosi elevate può determinare distorsioni nella percezione del tempo e dello spazio, nella percezione

del corpo, allucinazioni visive e uditive e depersonalizzazione. Dosi elevate di THC abbassano momentaneamente i livelli di

testosterone, tipico ormone maschile, e riduce la produzione di spermatozoi; nelle donne interferiscono con l'ovulazione.
A livello cardiovascolare l'assunzione di cannabis provoca un aumento della frequenza cardiaca e un moderato incremento della

pressione arteriosa; inoltre, il monossido di carbonio assunto con il fumo, impedisce il regolare transito dell'ossigeno per

i vari distretti organici.
Infine - come affermano gli studi inglesi - si possono avere gravi ripercussioni a livello psichico. La Commissione dei

ministeri della Sanità e la Commissione del Parlamento canadese sono tutti concordi nel dire che la cannabis può far emergere

problemi latenti; mentre la rivista Lancet dice che nelle persone predisposte a problemi mentali la marijuana può aumentarne

l'insorgenza del 41%.
D'altra parte però, uno studio pubblicato dall'University of New York rivela che con la cannabis è possibile contrastare la

depressione. Fisiologicamente i recettori dei cannabinoidi si trovano in corrispondenza dei gangli basali, associati al

controllo dei movimenti; si trovano nel cervelletto, nell'ippocampo, e nel nucleo accumbes, considerato il centro del piacere

dell'organo cerebrale. È qui che la droga concretizza la sua azione, creando un mondo illusorio, spesso però "anticamera" di

un tunnel (anche peggiore!) dal quale sarà poi sempre più difficile venir fuori.