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Cannabis e cocaina: "fotografati" i danni al cervello con la neuroimaging

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Droga: cannabis e coca, italiani "fotografano" danni al cervello


Roma - C'e' un modo per evidenziare in modo scientifico e oggettivo gli effetti delle diverse sostanze stupefacenti sul cervello dell'uomo: le neuroimmagini. E' con questa tecnica - piu' specificatamente con la Risonanza magnetica ad alto campo - che il DPA, la cui delega e' affidata al Ministro per la Cooperazione Internazionale e l'Integrazione, Andrea Riccardi, in collaborazione con l'Unita' di neuroscienze del Dipartimento delle Dipendenze Ulss 20 di Verona, e l'Unita' di Neuroscienze dell'Azienda ospedaliera Universitaria integrata di Borgo Trento (Verona), ha effettuato una mappatura delle alterazioni microstrutturali e funzionali dovute al consumo di droga.


Lo studio e' stato presentato questa mattina nel corso della conferenza stampa del 3° Congresso internazionale "addiction: new evidences from neuroimaging and Brain Stimulation" in corso a Verona nell'Auditorim della Gran Guardia. Le sostanze stupefacenti prese in considerazione sono le due piu' diffuse, che abbracciano sia fasce d'eta' diverse sia diversi strati sociali: la cocaina e la cannabis.


Per entrambi il dato scientificamente saliente si e' rivelato una interazione diretta tra il consumo di droga e la risposta della corteccia prefrontale, cioe' la cosiddetta "area del controllo". Nel dettaglio, la ricerca era finalizzata all'individuazione delle aree del cervello che si attivano sia nel cosiddetto "craving", ossia la pulsione che porta il soggetto ad avvicinarsi alla droga, sia nel "resisting", cioe' la capacita' di controllare l'assunzione compulsiva arrivando a rimandarla. I pazienti presi in considerazione non hanno reagito tutti allo stesso modo: i "responder" hanno attivato in maniera significativa la corteccia prefrontale, appunto, cosa che non hanno fatto i cosiddetti "low responder". Questo dato risulta particolarmente importante perche' permette di ipotizzare un precoce controllo inibitorio da parte delle regioni prefrontali per la strutturazione di una strategia cognitiva vincente per il controllo dell'impulso di assumere droga.


Per cio' che riguarda la cannabis, invece, le risonanze effettuate hanno evidenziato significative correlazioni tra i deficit nella memorizzazione e apprendimento riscontrati ai test e la riduzione nello spessore corticale delle aree temporo-mesiali. "Lo studio - ha spiegato Serpelloni, capo del DPA - evidenzia come l'uso di droga (cocaina e cannabis) influisce direttamente sulla corteccia prefrontale, allontanando la capacita' decisionale dell'individuo, anche rispetto alla stessa assunzione di droghe. Capire quali meccanismi neurologici siinneschino prima, durante e dopo l'assunzione di droghe, come ad esempio l'alterazione dell'integrita' micro strutturale in diverse aree cerebrali e una riduzione del glutammato, il piu' importante neurotrasmettitore eccitatorio del sistema nervoso centrale, significa fare un passo in avanti nella possibilita' di dare risposte concrete alla sfida della prevenzione dall'uso di droghe".


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)