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Melbourne Neuropsychiatry Centre: uso di cannabis in adolescenza e alterazioni della connettività assonale

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Uso di cannabis in adolescenza e alterazioni della connettività assonale: uno studio australiano

L'uso prolungato di cannabis in adolescenza o nella prima età adulta è pericoloso per la materia bianca del cervello. Lo ribadiscono Zalesky e colleghi del Melbourne Neuropsychiatry Centre nello studio recentemente pubblicato sulla rivista Brain.
I ricercatori hanno condotto uno studio che ha indagato per la prima volta l’impatto del consumo di cannabis specificatamente sulla connettività delle fibre assonali. Lo scopo di questa ricerca era esaminare le vie delle fibre assonali dell’intero cervello per studiare i cambiamenti microstrutturali connessi all'uso prolungato di cannabis e per verificare se l'età di inizio d’uso regolare di cannabis fosse associata alla gravità di queste alterazioni.
Allo studio hanno partecipato 59 consumatori di cannabis (età media 33,4 anni, deviazione standard 10,9) con una lunga storia di uso della sostanza e 33 soggetti di controllo (età media 31,5 anni, d.s. 12,0). Tutti i consumatori di cannabis avevano fatto uso regolare della sostanza durante l’adolescenza o la prima età adulta, periodi in cui è ancora in corso lo sviluppo della materia bianca e i recettori dei cannabinoidi risultano abbondanti proprio nelle vie della sostanza bianca. I soggetti sono stati sottoposti a risonanza magnetica (RM) encefalica ed esaminati con immagini di RM pesate in diffusione e tecniche di mappatura della connettività cerebrale.
Dai dati è emerso che la connettività assonale risulta compromessa nella fimbria destra dell'ippocampo (fornice), nello splenio del corpo calloso e nelle fibre commissurali che si estendono fino al precuneo. In queste vie, l’analisi della diffusività radiale e assiale che rappresentano una misura dell’integrità microstrutturale, ha evidenziato un’associazione tra la gravità delle alterazioni riscontrate e l'età in cui ha avuto inizio l'uso regolare di cannabis.
I risultati, quindi, indicano che l'uso precoce e prolungato di cannabis è particolarmente pericoloso per la materia bianca del cervello in fase di sviluppo, portando ad alterazioni della connettività cerebrale che, secondo gli autori, potrebbero essere alla base dei deficit cognitivi e della vulnerabilità ai disturbi psicotici, depressivi e d’ansia dei consumatori di cannabis.
 


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)