338-1938888 o 331-2460501/2/3 o 0172-55294[email protected]

News di Alcologia

Tumore all'esofago: alcol e tabacco tra i principali fattori di rischio

Tumore all'esofago: alcol e tabacco tra i principali fattori di rischio

Tumore all'esofago, una nuova strategia terapeutica allunga la vita

È il secondo tipo di cancro nella classifica della sopravvivenza più bassa, ma l’immunoterapia combinata alla chemio migliora la sopravvivenza dei malati. Diversi studi presentati al congresso Esmo potrebbero cambiare le attuali cure standard

 

Quello all’esofago occupa il secondo posto nella poco ambita classifica dei tipi di cancro con la sopravvivenza più bassa. Ogni anno in Italia sono poco più di 2.500 i nuovi casi registrati e, purtroppo, a cinque anni dalla diagnosi è vivo soltanto il 13 per cento dei pazienti, in maggioranza uomini. Dal congresso annuale della Società Europea di Oncologia Medica (Esmo) arrivano però novità significative e, dopo anni di attesa, diversi studi indicano che nei pazienti con tumore dell’esofago e della giunzione gastroesofagea è possibile ottenere dei progressi con l’utilizzo di farmaci immunoterapici e i risultati raggiunti potrebbero cambiare l’attuale standard di cura.Tre sperimentazioni, in particolare, si sono concentrate su diverse tipologie di malati e tramite l’utilizzo di differenti molecole, come prima linea di trattamento, hanno ottenuto benefici significativi contro queste neoplasie che fino ad oggi lasciavano poche speranze di sopravvivenza.

Si allunga la sopravvivenza di malati

Durante il simposio presidenziale di Esmo 2020 sono stati esposti i risultati dello studio di fase tre KEYNOTE-590 che indicano l’efficacia dell’immunoterapia (pembrolizumab) in combinazione con la chemioterapia a base di platino (cisplatino più 5-fluorouracile) nel trattamento in prima linea dei pazienti con carcinoma esofageo a cellule squamose e adenocarcinoma sia dell’esofago che della giunzione gastroesofagea. Tutti i 749 partecipanti avevano una neoplasia localmente avanzata o metastatica e pembrolizumab, in aggiunta alla chemioterapia, ha migliorato in modo significativo per tutti i pazienti la sopravvivenza globale e quella libera da progressione di malattia riducendo il rischio di morte del 27 per cento rispetto alla sola chemio. «Questo studio rappresenta una nuova arma nel trattamento dei pazienti con carcinoma dell’esofago – commenta Carmine Pinto, direttore dell’Oncologia Medica al Clinical Cancer Center di Reggio Emilia -.

È una neoplasia aggressiva, particolarmente difficile da curare ed è la prima volta che si osserva un passo in avanti così importante: ora possiamo disporre di una strategia terapeutica più articolata per entrambi gli istotipi, squamocellulare e adenocarcinoma, indipendentemente dall’espressione di PD-L1, con una buona tollerabilità, anche in relazione alle condizioni generali dei pazienti. E il beneficio risulta ancora maggiore nei pazienti a istologia squamosa che esprimono PD-L1, dove riscontriamo una riduzione del rischio di morte del 43 per cento».

Alcol e tabacco sono tra i fattori di rischio più rilevanti di questa forma di cancro, tanto che i fumatori hanno probabilità di ammalarsi fino a 10 volte maggiori rispetto ai non fumatori e gli effetti nocivi del tabacco vengono moltiplicati dall’alcol. Anche una dieta povera di frutta e verdura e un ridotto apporto di vitamina A possono far crescere le probabilità di ammalarsi, così come l’abitudine a bere bevande bollenti, che possono alla lunga causare danni da infiammazione cronica».

 

(...omissis...)

copia integrale del testo si può trovare al seguente link:

https://www.corriere.it/salute/sportello_cancro/20_settembre_23/tumore-esofago-nuova-strategia-terapeutica-che-allunga-vita-95a5bca6-fd9a-11ea-ad99-71b46b71c3db.shtml

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.cufrad.it)