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Dialogo, ascolto e sostegno come in una famiglia: Così aiutiamo gli alcolisti in Langa e Roero

Dialogo, ascolto e sostegno come in una famiglia: Così aiutiamo gli alcolisti in Langa e Roero

Dialogo, ascolto e sostegno come in una famiglia: “Così aiutiamo gli alcolisti in Langa e Roero”

Mario Nizza, presidente dell’associazione dei Club Alcologici Territoriali, dal 1989 si occupa di chi ha problemi di alcol e di dipendenze. “Dopo il Covid sempre più giovani si rivolgono a noi. Il primo ostacolo è sempre la consapevolezza di avere un problema”

“Parlo di un problema che conosco, che mi ha debilitato nel fisico e che mi ha creato tanti ostacoli in famiglia e nel lavoro: l’alcolismo”. Mario Nizza ci racconta la sua esperienza personale e il suo impegno contro le dipendenze, che dal 1989 lo hanno portato ad aiutare centinaia di persone. Attualmente è il presidente dei Club Alcologici Territoriali Alba Langhe e Roero.

Tutto è iniziato nel 1989.
“Ho conosciuto gli effetti dell’alcol sulla mia pelle, la gente pensa che danneggi solo il fegato, ma distrugge tutti gli organi del corpo, a causa di neuropatie alcoliche che possono provocare cecità o ridurre le capacità motorie. Mio padre aveva un’azienda vinicola e l’alcol ha compromesso il lavoro e i nostri rapporti. Ho deciso di salvarmi e poi di aiutare gli altri”.

Lei è presidente dell’Acat, di cosa si tratta?
“L’Acat è un’associazione che racchiude tutti i club alcologici territoriali presenti sul territorio. I club sono comunità multifamiliari che adottano la metodologia del professor Vladimir Hudolin, basata sull’approccio ecologico sociale ai problemi alcol-correlati, ovvero gruppi di famiglie che si incontrano settimanalmente per risolvere i problemi relativi all’uso di sostanze alcoliche e soprattutto per cambiare il loro stile di vita. Proprio Hudolin nel 1990 mi consegnò il primo attestato di sobrietà”.

Quali sono le difficoltà principali?
“La prima difficoltà è la consapevolezza di avere un problema: a noi si rivolgono, spesso, i parenti o i familiari di chi beve o gioca in maniera compulsiva al gioco d’azzardo. Una dipendenza, però, si può risolvere anche se ci possono essere anche ricadute e momenti difficili. Nei nostri club, due sono ad Alba e uno a Cortemilia, ci si incontra settimanalmente, si sviscerano i problemi, si fanno notare i progressi. Si ascolta senza giudicare, nella massima riservatezza. Avere delle debolezze è una cosa normale che deve essere affrontata. Si insegna a essere sinceri e a fidarsi degli altri, ma non prescriviamo medicine, per quello ci affidiamo al Sert, il servizio per le tossicodipendenze”.

Lei è ottimista?
“Io sono l’esempio che se ne può uscire, con forza di volontà, ma anche con l’umiltà di saper chiedere aiuto. Ho visto situazioni terribili, di famiglia spaccate, di violenza, di problemi lavorativi causati dall’alcol e dalle dipendenze: tutte situazioni che si sono risolte. Ho nel cuore centinaia e centinaia di ricordi a lieto fine che mi motivano ad andare avanti”.

Qual è la situazione del nostro territorio?
“Bisogna dire che la parentesi Covid ha influito pesantemente su alcol e gioco d’azzardo. Attualmente abbiamo una quindicina di famiglie che partecipano ai nostri incontri ad Alba e Cortemilia, provenienti dall’Albese, Langhe e dal Roero. I numeri di persone che sviluppano dipendenze sono in aumento: cii sono numerosi campanelli d’allarme, tra cui l’abbassamento a 11 anni dell’età media dei ragazzi che bevono alcol. Nei giorni scorsi abbiamo partecipato al salone del volontariato ad Alba e abbiamo distribuito dei questionari anonimi ai ragazzi delle scuole medie e superiori, riscontrando già diverse situazioni problematiche”.

(...omissis...)

copia integrale del testo si può trovare al seguente link: https://www.lavocedialba.it/2023/06/01/leggi-notizia/argomenti/attualita-14/articolo/dialogo-ascolto-e-sostegno-come-in-una-famiglia-cosi-aiutiamo-gli-alcolisti-in-langa-e-roero.html

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.cufrad.it)