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News di Alcologia

«Ho iniziato perché mi sentivo sola»

«Ho iniziato perché mi sentivo sola»

«Ho iniziato perché mi sentivo sola»

La vita è fatta anche di quotidianità. Di minuti, ore e giorni che - come certe gocce d'acqua, depositandosi, costruiscono mondi sotterranei di stalattiti e stalagmiti - forgiano caratteri ed equilibri, talvolta forti talvolta fragili, che anche un solo «strappo» alla regola, può rompere. Come l’assunzione di alcol. Gesto che può capitare di fare in un momento di stanchezza, ma poi malauguratamente ripetere ogni volta che le forze sembrano mancare. Un problema. Perché quando certe modalità si insinuano, il campanello d'allarme è già suonato. Ma tutto si può aggiustare. È successo un po' così a Françoise Declerck, bella signora di 86 anni, fondatrice nel 1995 dell'Associazione club alcologici territoriali (Acat) Baldo Garda, di Garda, di cui è stata presidente dal 1995 al 1999 per divenire negli anni 2000 anche vicepresidente regionale. In questo mese, dedicato alla prevenzione alcologica, racconta la sua storia. La storia di una vita piena, con un marito molto amato, un figlio e una figlia che le stanno ancora dando soddisfazioni. Una vita che però, a un certo punto, ha avuto un sussulto. Una crisi che l'ha portata nel buio ma poi a cambiare, arricchendola. Aveva 35 anni quando arrivò a Malcesine, dove abita nella stessa casa di allora, sulla riva del lago, un posto bellissimo dove ha però anche sofferto molto. Nata a Lille in Francia, nel 1970 si spostò da Treviso e le giornate piene che viveva là, scandite da incontri e confronti con persone con i suoi stessi interessi, divennero un ricordo. «Mi trovai in questa grande casa e mi sentii sola. Mio marito era quasi sempre via per lavoro e io ero qui con i miei due bambini, mia suocera e mia madre, senza persone della mia età o amici con cui trascorrere almeno parte del mio tempo. C'era molto da fare e alla sera ero stanchissima. Una volta», ricorda, «cosa molto strana per una persona come me quasi astemia, mi versai un goccio di whisky. Mi sentii così rilassata che iniziai a farlo alla fine di ogni giorno: mi distendeva e mi liberava dai pensieri». Ma a un certo punto le sorse il dubbio. «Il dubbio che quella cadenzata “necessità” potesse essere un problema. Per fortuna», prosegue, «avevo conosciuto un'infermiera e gliene parlai». Lei le disse che aveva sentito parlare dei Club alcolisti in trattamento (poi divenuti Club alcologici territoriali) fondati dal professor Vladimir Hudolin. La mise in contatto con un'assistente sociale che le suggerì di frequentarne uno: il primo a Verona in via Puglie. «Trovai persone molto care, un gruppo cui mi unii iniziando a raccontare la mia esperienza, ad ascoltare le loro, applicando la prima regola ferrea del club: “Non toccare alcol”», precisa Francoise. «Seguirla», dice, «sapendo che dopo una settimana ci saremmo confrontati fu per me uno stimolo potente. Non toccai più quel bicchierino di whisky e contare i giorni di astinenza, di settimana in settimana, iniziò a darmi una soddisfazione cui non ho mai rinunciato. Come non avrei mai rinunciato a quell'appuntamento settimanale sebbene la trasferta da Malcesine alla città fosse lunga». Ma aveva la sua motivazione e le persone con cui condividerla che davano un nuovo colore e senso alla sua vita. «Perché, se inizialmente quella motivazione mi era servita per dimostrare a me stessa che non ero schiava di una sostanza, poi mi ha fatto desiderare di fare per gli altri ciò che era stato fatto per me. Non potrò mai dimenticare l'accoglienza ricevuta, il sostegno dei miei nuovi soci felici di aiutarmi. Un cammino che mi ha poi portata a svolgere mansioni interne ai club, a diventare servitore/insegnante, presidente dell'associazione Acat Baldo Garda e vicepresidente dell'Acat Veneto.

(...omissis...)

Barbara Bertasi
 
copia integrale del testo si può trovare al seguente link: https://www.larena.it/territori/garda-baldo/ho-iniziato-perche-mi-sentivo-sola-1.8604576

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.cufrad.it)