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Translational Psychiatry: uso di cocaina e accumulo di ferro nel cervello

Translational Psychiatry: uso di cocaina e accumulo di ferro nel cervello

USO DI COCAINA, ACCUMULO DI FERRO NEL CERVELLO E ALZHEIMER

Una ricerca pubblicata sulla rivista Translational Psychiatry è giunta alla conclusione che potrebbe esserci un collegamento, finora mai ipotizzato, fra l’uso cronico di cocaina e la possibile insorgenza di Alzheimer.

Tale ipotesi si basa sui risultati dello studio, effettuato con tecniche di neuroimaging, su un gruppo di 88 individui, di cui 44 affetti da dipendenza da cocaina e 44 senza dipendenza da droghe e alcol. La risonanza magnetica del cervello ha evidenziato significative differenze nei due gruppi a livello cerebrale.

Più precisamente, comparato al gruppo di controllo, il volume di materia grigia a livello di cervello era significativamente maggiore nel gruppo di dipendenti da cocaina nel putamen e nel cerebellum, e significativamente minore nell’insula, nell’orbito-frontale, nel frontale mediale, nella corteccia tempoparietale. Ma il risultato più importante ottenuto dalla comparazione dei due gruppi è che il gruppo di dipendenti da cocaina mostra livelli più alti di accumulo di ferro, che risulta alterato dall’uso di cocaina.

 

Gli elevati livelli di ferro trovati nel globus pallidus, una parte del cervello che agisce normalmente come ‘freno’ inibitore sarebbero così associati al consumo di cocaina e al fenomeno della morte cellulare, che spesso si manifesta in malattie neurodegenerative come l’Alzheimer o il morbo di Parkinson.

 

(...omissis...)

copia integrale del testo si può trovare al seguente link:

http://www.cesda.net/?p=11746

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)