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Dipendenza affettiva: quadro psicopatologico della problematica

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Dipendenza Affettiva

La dipendenza affettiva è un quadro psicopatologico in cui il "rapporto d'amore" è vissuto come condizione stessa della propria esistenza.

Gli individui affetti da dipendenza affettiva vedono nell'altro la fonte di ogni benessere e, pur di mantenere e non rischiare di perdere l'

oggetto amato sono disposti a sacrificare qualsiasi bisogno o desiderio personale fino al punto di annullare il proprio Sé. L'importanza

attribuita all'oggetto d'amore spinge il dipendente affettivo a preservare il rapporto "sentimentale" a tutti costi fino ad assumere un

atteggiamento di assoluta "dedizione" adoperandosi affinché i bisogni e i desideri dell'altro vengano soddisfatti. Questo atteggiamento è

spiegato dal fatto che nella dipendenza affettiva la persona vive costantemente nel terrore di poter perdere la persona amata, evento

considerato insopportabile e inconciliabile con il prosieguo della propria vita. Si parla appunto di dipendenza affettiva ( o dipendenza

affettive) per sottolineare il fatto che, proprio come per le dipendenze da sostanze ( ad es., droga o alcol), il soggetto non può

rinunciare, pena "la crisi d'astinenza", all'oggetto amato ma anzi ,con il passare del tempo, richiede "dosi" di presenza o vicinanza sempre

maggiori. Secondo Giddens, la dipendenza affettiva presenta le seguenti caratteristiche:

L'Ebbrezza. Ovvero, il soggetto dipendente tende a star bene solo quando è in presenza della persona amata;

La Dose. Il dipendente affettivo tende ad aumentare le "dosi" di presenza/vicinanza della persona amata;

La Perdita dell'Io. Il dipendente aspira ad uno stato di "fusione" con l'amato che può compromettere le capacità critiche e l'esame di realtà

della persona.

Da queste caratteristiche si evince una grande differenza tra l'amore sano e la dipendenza affettiva: nell'amore sano il desiderio di fusione

con l'altro, l'idealizzazione, il desiderio di stare continuamente con la persona amata, l'ansia di separazione, l'"ossessione" per l'altro,

le manifestazioni somatiche (batticuore, rossore, eccitazione) sono normali nella prima fase, ovvero nell'innamoramento, e tendono con il

tempo a ridursi d'intensità fino ad essere sostituiti da forme più "mature" e reciproche di manifestazioni affettive come il rispetto, la

stima, il volere il bene dell'altro; in altre parole, nell'amore sano i partner, citando Bowlby, assumono il ruolo di "base sicura" in cui

entrambi, nella piena autonomia, possono rifornirsi di affetto e sicurezza

 

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)