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Anoressia e bulimia: due facce della stessa medaglia

Anoressia e bulimia: due facce della stessa medaglia

 

Anoressia e Bulimia: differenze e luoghi comuni da sfatare

Leggiamo spesso articoli che parlano di anoressia e di bulimia. Tanta attenzione mediatica può però condurre verso una generalizzazione del problema e alimentare stereotipi che possono rivelarsi dannosi quando si tratta di mettersi nei panni di chi ne soffre. Capiamo le differenze

 

Anoressia e bulimia sono le due forme più conosciute dei disturbi del comportamento alimentare, patologie che stanno subendo una sempre più rapida e preoccupante diffusione nel mondo occidentale.

Si discute molto di questi disturbi anche in relazione ai modelli di bellezza proposti dal mondo della moda e della televisione e del ricco marketing relativo a diete, fitness e medicina estetica, per capire quale ruolo possa avere un simile contesto sociale e mediatico nello sviluppo del disturbo alimentare.    

 

Leggiamo spesso articoli e post che raccontano storie di chi ha vissuto queste malattie e che vogliono illustrarne i sintomi e il possibile decorso. Tanta attenzione mediatica può però condurre verso una generalizzazione del problema e alimentare stereotipi che provocano non solo cattiva informazione ma possono rivelarsi dannosi quando si tratta di dare il nostro supporto a chi ne soffre.

Anoressia, Bulimia e Binge (ovvero il disturbo di alimentazione incontrollata) sono spesso confusi tra di loro quando invece sono patologie distinte che richiedono un approccio diverso. Ovviamente la diagnosi e la cura di tali disturbi devono essere affidati a un esperto ma una chiara informazione sul singolo problema può aiutare il malato e chi gli sta intorno ad affrontare la sua patologia in maniera più consapevole.

 

Nello specifico bulimia e anoressia vengono spesso descritte come due facce della stessa medaglia, come due malattie contrapposte che designano l’una il rifiuto l’altra l’abuso. In realtà sono due disturbi molto simili.

 

Per poter parlare di anoressia nervosa è necessario che il paziente presenti un sottopeso eccessivo, quindi è da sfatare il luogo comune diffuso ultimamente sui social che l’anoressia non riguardi il peso ma solo uno schema mentale malato (in tal caso si parla piuttosto di sindrome parziale o di altri tipi di disordini alimentari).

Un altro cliché da abolire è quello secondo il quale la bulimia sia caratterizzata dal vomito auto indotto: come leggiamo nel DSM per una diagnosi di bulimia nervosa è necessario che il paziente compia delle vere e proprie abbuffate con un una certa frequenza e poi cerchi di compensare l’abuso di cibo, ma non per forza tramite l’autoinduzione del vomito, che è presente anche in altri dca, in primis l’anoressia nervosa.

Talvolta il confine tra le due patologie è tanto sottile che alcuni specialisti parlano di bulimaressia per indicare un caso clinico in cui i due disturbi si susseguono ciclicamente.

Il trattamento dei disturbi del comportamento alimentare è difficile e spesso richiede tempi molto lunghi per la guarigione (anche 10 anni). Conoscendone le caratteristiche possiamo accorgerci di comportamenti sospetti e provare a comprendere meglio i pensieri e le azioni da coloro (soprattutto giovani donne) che si trovano a combattere contro un disturbo del comportamento alimentare.

 

(...omissis...)

copia integrale del testo si può trovare al seguente link:

http://news.fidelityhouse.eu/salute/anoressia-e-bulimia-differenze-e-luoghi-comuni-da-sfatare-238527.html

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)