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Binge eating: come riconoscerlo e quali sono le cure

Binge eating: come riconoscerlo e quali sono le cure

Binge eating: come riconoscerlo e quali sono le cure

Il binge eating disorder (BED) è, insieme alla bulimia e all’anoressia, uno dei disturbi alimentari più diffusi: purtroppo non sempre è facile riconoscerlo e capire quali sono le possibili cure.

 

Binge eating: non è semplice riconoscere di soffrire di questo tipo di disturbo

Intanto una precisazione: la particolarità del BED è data dal fatto che le abbuffate di cibo compulsive non vengono accompagnate dai classici metodi di compensazione per eliminare ciò che si è ingerito. Quindi il più delle volte non si pratica il vomito, l’uso di lassativi o l’intensa attività fisica. Questo comporta aumenti di peso notevoli che spesso sfociano in obesità.

Le tendenze sociali del momento hanno portato il cibo a rivestire una posizione sempre più centrale all’interno delle nostre vite. Spopolano programmi di cucina, food-blog, libri di ricette, regimi alimentari di ogni tipo e soprattutto diete dimagranti “innovative”. Il cibo è diventato il protagonista della società. Basti dare un’occhiata ai Social, soprattutto a Instagram, per accorgersi di quanto sia vera questa affermazione. Ma che ripercussione può aver avuto questo fenomeno sullo sviluppo e sulla diffusione dei disturbi alimentari e in particolar modo del binge eating? Chi è afflitto da BED pensa al cibo continuamente. Difficilmente riesce a concentrarsi su altro o se lo fa non è totalmente presente. Mangiare è una vera e propria ossessione e occupa il primo posto nella scala di valori quotidiana. Qualsiasi scelta sia necessario prendere, dall’uscire con gli amici per un aperitivo all’andare ad un matrimonio, è condizionata dal Binge. Si tratta di una schiavitù, non diversa dalle dipendenze da alcool o droghe.

Come riconoscere di essere affetti dal Binge eating e soprattutto quali sono le cure?

Intanto bisogna capire cosa si intende per abbuffata: non certo un pranzo abbondante a casa della nonna il fine settimana o il cenone della vigilia di Natale. Capita spesso di uscire o di festeggiare un’occasione particolare in cui si mangia un po’ più del solito. La vera abbuffata compulsiva si svolge in tempi brevissimi e consiste nell’ingurgitare qualsiasi cosa senza quasi masticare e sentire il gusto di ciò che si sta mangiando. Tutto questo avviene senza alcun piacere e in totale assenza di consapevolezza. In quei momenti non ci si sente, non si è presenti a sé stessi: ci si trasforma in animali all’inseguimento della preda. Quando ci si ferma? Quando ci si sente talmente sazi da star male o quando termina il cibo a disposizione. La parte più difficile è questa: arrivano i sensi di colpa e sopraggiunge uno stato d’animo di incredibile tristezza e frustrazione, che ha una durata variabile da persona a persona, ma che può protrarsi anche per giorni. Chi non soffre o non ha mai sofferto di un disturbo alimentare spesso sminuisce questo tipo di episodi e tende a minimizzare dicendo che capita a tutti di strafogarsi di patatine o di dolci una volta ogni tanto. Ma quando l'”una volta ogni tanto” si trasforma in due, tre volte a settimana se non in tutti i giorni, quello è un chiaro segnale d’allarme da non sottovalutare.

Guarire dal Binge eating come da ogni altro disturbo alimentare non è semplice, ma nemmeno impossibile. 

Innanzitutto è necessario accorgersi di soffrirne e accettarlo. Questo significa capire che si tratta di una malattia e come tale bisogna trattarla. Non è una colpa e nemmeno qualcosa che si è andati a cercare, al pari di una depressione. Probabilmente non uccide, ma ciò non significa che non ti possa rovinare la vita. La consapevolezza e l’accettazione (non la rassegnazione) sono il primo passo per la guarigione. Successivamente, se si ha la possibilità, è importante affidarsi alla psicoterapia e avviare un percorso di autoanalisi che possa far comprendere i meccanismi interni che portano ad abbuffarsi. E’ molto importante inoltre parlare con qualcuno di cui ci si fida: un familiare, un amico, un compagno. Spesso ci si vergogna del proprio disturbo e si tende a tenerlo segreto e a isolarsi. Il silenzio non è una soluzione, la vergogna nemmeno. Bisogna parlarne. Chi vi amava prima di conoscere il vostro malessere continuerà ad amarvi anche dopo. Magari all’inizio avrà difficoltà a capire. Non sarà facile. Niente lo sarà nel corso del vostro cammino di guarigione e soprattutto ci vorrà tempo. Molto tempo. Accettate anche questo. Il BED non sparirà all’improvviso dopo due mesi di terapia e forse nemmeno dopo due anni. Il processo sarà lungo e faticoso, composto da piccole tappe.

(...omissis...)

copia integrale del testo si può trovare al seguente link: http://www.femaleworld.it/binge-eating-come-riconoscerlo-e-quali-sono-le-cure/

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)