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Eroina e morfina: alcuni cenni storici

Eroina e morfina: alcuni cenni storici

L'eroina è una sostanza semi-sintetica derivata dalla morfina, principale alcaloide dell' oppio in cui è contenuta e da cui

viene ricavata.
La morfina fu isolata nel 1804 da un farmacista di Hannover, Friedrich Wilhelm Serturner, e fu dapprincipio utilizzata nei

tentativi di cura dell'alcolismo e delle patologie a questo connesse. Durante la seconda metà dell'800 la morfina fu inoltre

massicciamente utilizzata, in relazione alle sue proprietà analgesiche, per dare sollievo ai tanti militari vittime di traumi

bellici. Si profilò così il mal del soldato, consistente nei diffusi stati di dipendenza ingenerati da tale prassi.
Tra la fine dell'800 e il principio del ‘900 la consuetudine con la morfina si diffuse fra le èlite delle grandi città

europee, assurgendo a fenomeno di costume. Si determinò così un problema sociale e sanitario di notevolissime dimensioni e

gravità. Nel 1898 la Bayer introdusse sul mercato l'eroina, ottenuta attraverso un processo di acetilazione della morfina

stessa, proponendola anche come farmaco d'elezione per la cura del morfinismo (dipendenza da morfina).
In realtà si scoprì ben presto che la diacetilmorfina (questo il nome tecnico dell'eroina) produce negli assuntori, per

giunta con maggiore intensità e rapidità, gli stessi effetti farmacologici della morfina, ivi compresa la capacità di

generare assuefazione, tolleranza e dipendenza. Successivamente fu accertato che l'eroina agisce all'interno dell'organismo

dopo essere stata riconvertita in morfina e che la specifica forma consente soltanto più rapidi meccanismi d'azione e

concentrazioni più massicce nelle strutture bersaglio.
Progressivamente l'eroina fu bandita dall'uso clinico, non consentendo sostanziali vantaggi rispetto alla morfina negli usi

clinici propri (terapia del dolore) e presentando, viceversa, solo effetti collaterali e controindicazioni svantaggiose

rispetto alla morfina stessa. Attualmente l'eroina è esclusa dalla farmacopea italiana e della gran parte degli Stati.
L'uso proprio della morfina è invece esclusivamente riservato (e attentamente disciplinato) nello specifico ambito del

trattamento di sindromi dolorose di intensità molto severa (infarti del miocardio, dolori oncologici, gravi traumi). In

questo ambito (terapia del dolore) la capacità analgesica della morfina é "selettiva" (la morfina, cioé, ha azione

antidolorifica anche a dosaggi che non interferiscono con la percezione di altri stimoli sensoriali).
L'attività analgesica della morfina (e dunque anche dell'eroina) si esplica su due versanti: innalzamento della soglia del

dolore e contestuale riduzione della risposta emozionale al dolore stesso. Ciò significa che anche quando la sensazione di

dolore non viene del tutto eliminata (ma soltanto diminuita) essa viene comunque resa molto più tollerabile (se non

trascurabile) in relazione all'assenza dei suoi "corollari" emotivi: ansia, panico, paura, sofferenza, prostrazione...
Morfina ed eroina interagiscono con l'organismo umano producendo diversi effetti. L'intensità di tali effetti varia

notevolmente a seconda che la sostanza sia introdotta per via orale, inalatoria (fumata o "sniffata"), intramuscolare,

sottocutanea o endovenosa.
Morfina ed eroina producono sensibili ripercussioni sulla funzione respiratoria, riducendola complessivamente e alterandone

sia il ritmo che il volume. Altri effetti sono a carico della muscolatura dello stomaco e dell'intestino, in cui si produce

rilassamento. Secrezioni e processi digestivi vengono notevolmente ridotti, producendosi inoltre stipsi. Nelle donne si

riscontra di frequente la diminuzione dell'ovulazione e la mancanza di mestruazioni. Inoltre si determina un aumento della

forza contrattile degli ureteri e della vescica. In generale, poi, morfina ed eroina provocano in chi le assume rallentamento

psico-motorio e riduzione del coordinamento muscolare.
Da un punto di vista neuropsicologico, l'attività di morfina ed eroina coinvolge le strutture nervose che modulano la

sensazione del piacere. Ed è proprio in questo ambito, in cui si regolano i sistemi della gratificazione e della difesa dalla

frustrazione, che verosimilmente i meccanismi di "addiction" (genesi della dipendenza) trovano il loro terreno fertile. In

tale contesto morfina ed eroina mostrano spiccatissime capacità nel ridurre la percezione del dolore e dell'ansia, anche

inattivando specifiche aree delle zone arcaiche del cervello, responsabili delle emozioni fondamentali. La tipica condizione

di "anestesia emotiva" di morfinomani ed eroinomani, il senso di distacco, di ovattamento, di indifferenza e inattaccabilità,

di appagamento solipsistico, il disinteresse affettivo, sono verosimilmente correlati a tale funzione inibitoria. L'intenso

piacere immediatamente successivo all'assunzione della sostanza per via endovenosa, il cosiddetto "flash", è seguito da uno

stato di rallentamento dei processi percettivi e mentali in genere, fino alla catatonia e all'obnubilamento, che sovente si

manifestano in sonnolenza e indolenza. Lo stato che così si determina sembra (ed è) caratterizzato dall'assenza di ogni

preoccupazione e da una marcatissima tendenza all'apatia, nonché da sostanziali tratti egocentrici.
I fenomeni di assuefazione e tolleranza, tuttavia, non tardano molto nel determinare la riduzione degli effetti ricercati,

con la parallela tendenza all'innalzamento delle dosi. E così, in non molto tempo, alla cosiddetta fase di innamoramento per

la sostanza si sostituisce una routine principalmente tesa ad evitare gli effetti sgradevoli dell'astinenza.
I segni esterni più facilmente riscontrabili a testimonianza di una fase di intossicazione acuta consistono, soprattutto, in

una accentuatissima miosi (restringimento delle pupille fino a dimensioni minime, come la capocchia di uno spillo), in una

persistente sensazione di calore e prurito (rush cutaneo) con la conseguente tendenza a grattarsi (soprattutto il volto e il

naso), in una significativa alterazione dell'articolazione del linguaggio (tipica modalità "strascicata") e, come già

accennato, in una notevole sonnolenza e rallentamento delle attività psico-motorie in genere.
Particolarmente insidioso il fenomeno di sovradosaggio o overdose per ciò che riguarda morfina ed eroina. Fenomeno alquanto

aleatorio, anche in relazione alle variazioni di principio attivo contenuto nelle sostanze provenienti dal mercato nero,

nonché alle mutevoli condizioni di tolleranza delle persone, per esempio a seguito di più o meno prolungati periodi di

astinenza. L'overdose da eroina e morfina può provocare decesso per asfissia, agendo entrambe le sostanze come potenti

sedativi dei centri regolatori la funzione respiratoria. L'overdose procede dalla progressiva obnubilazione fino alla perdita

di coscienza, parallelamente al progressivo rallentamento della respirazione e all'assunzione di colorito bluastro della

persona in difficoltà, le cui pupille sembrano restringersi fino quasi a sparire. In situazioni del genere si deve

immediatamente effettuare un intervento d'urgenza, chiamando un'ambulanza. Le strutture sanitarie dispongono di mezzi

farmacologici (antagonisti) e terapeutici in genere adeguati per affrontare con efficacia tale genere di urgenze, purché

l'intervento sia tempestivo.
La sintomatologia di astinenza in persone dipendenti da morfina ed eroina, alla sospensione delle assunzioni, può essere

piuttosto spiacevole (in relazione agli standard di dosaggio precedentemente assunti), tuttavia non costituisce un pericolo

significativo per la sopravvivenza degli individui, a meno di particolari e rarissime condizioni pregiudizievoli. La sindrome

astinenziale può presentarsi anche dopo poche settimane di regolari assunzioni e inizia dopo 8-16 ore dall'ultima dose. In

genere i sintomi raggiungono la massima intensità fra le 48 e le 72 ore, per poi progressivamente decrescere e risolversi nel

giro di circa una settimana. Tuttavia strascichi sui normali ritmi veglia-sonno possono permanere un po' più a lungo, così

come possono permanere o ripresentarsi oscillazioni nel tono dell'umore, fino a tradursi in rinnovati stati compulsivi

responsabili di molte ricadute.
I sintomi ricorrenti dell'astinenza da morfina ed eroina sono (con intensità e presenza variabile): dolori muscolari e

articolari, alterazioni della termoregolazione (sensazioni indiscriminate di caldo e freddo, sudorazione), rinorrea

(gocciolamento del naso), orripilazione (pelle d'oca), insonnia, ansia e irritabilità, irrequietezza, dilatazione delle

pupille, tremori muscolari, mancanza d'appetito, sbadigli, lacrimazione, palpitazioni.
L'attenzione per gli aspetti somatici dell'abuso di droghe e dell'astinenza correlata non deve condurre a trascurare altri

versanti dei complessi fenomeni relativi agli stati di dipendenza. In varie altre sezioni di questo sito (bacheche comprese)

si affrontano temi inerenti le variabili psicologiche e sociali che possono rivestire notevole importanza nei processi

attraverso i quali stati di dipendenza possono o meno instaurarsi, permanere, risolversi.