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Scripps Institute: in sperimentazione farmacoterapie contro la dipendenza da eroina

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Un vaccino per sconfiggere la dipendenza da eroina

Il prodotto ostacola l'arrivo delle sostanze psicoattive nel cervello
 
Per liberarsi dalla dipendenza da eroina potrebbe essere d'aiuto una sorta di vaccino allo studio di un gruppo di ricercatori dell'Istituto Scripps, in California. Il prodotto sarebbe in grado di impedire alle sostanze psicoattive contenute nella droga di raggiungere il cervello attraverso il flusso sanguigno.
Il coordinatore dello studio George Koob spiega: “ratti affetti da dipendenza riprendono compulsivamente a utilizzare la droga se ne hanno la possibilità, ma il nostro vaccino blocca questo comportamento''.
Lo studio è stato finora realizzato solo su modello murino, ma tra poco dovrebbe prendere il via la sperimentazione umana. Il farmaco utilizzato agirebbe in maniera selettiva senza peraltro entrare in conflitto con gli effetti assicurati da altre sostanze usate di norma per combattere la dipendenza, come il metadone.
''Non influenza il sistema degli oppioidi -commenta il ricercatore - quindi in linea di principio si potrebbe somministrare il vaccino a persone eroina-dipendenti e continuare a trattarli con terapie standard, ossia antidolorifici oppiacei come la codeina oppure l'ossicodone''.
Allo stesso obiettivo stanno lavorando anche altri ricercatori del National Institute of Psychiatry in Messico. Anche in questo caso si tratterebbe di una molecola in grado di inibire l’azione della sostanza stupefacente rendendo impossibile il suo passaggio attraverso la barriera ematoencefalica.
L’eroina è una droga definita “pesante”, un derivato morfinico che se iniettato per via endovenosa determina un effetto euforizzante di circa 30-60 secondi, seguito quasi immediatamente da uno stato di abulia e di rilasciamento totale, legato al senso di appagamento emotivo e fisico. Dopo circa un’ora dall’assunzione può sopraggiungere anche una depressione del centro del respiro a livello encefalico con conseguenze a volti anche gravi che possono portare a morte il soggetto. Un tipico esempio è la cosiddetta over-dose, una dose che il soggetto solitamente ha assunto nelle ultime volte e che dopo un periodo di astinenza, magari coatta, determina in quell’individuo un effetto che il soggetto stesso non tollera più come prima e divenendo perciò letale.

 


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)