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USA-Messico: due gruppi di ricerca al lavoro sul vaccino anti-eroina

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USA-Messico, corsa al vaccino anti-eroina
di Claudio Tamburrino


Per la prima volta nella storia gli scienziati sono vicinissimi alla messa a punto di un vaccino anti-eroina. Una novità assoluta sulla quale stanno lavorando due distinti gruppi di ricercatori. Il primo del National Institute of Psichiatry in Messico. Il secondo dell'istituto californiano Scripps.


Il team messicano sta sperimentando in particolare una molecola in grado di inibire il passaggio della sostanza stupefacente attraverso la barriera ematoencefalica. Gli scienziati USA, invece, coordinati dal professor George F. Koob, haanno già testato con successo il nuovo strumento sui ratti.


La principale difficoltà nel combattere la dipendenza da eroina è data dal fatto che essa viene metabolizzata nel sangue in diversi sottoprodotti. L'ultimo dei quali è il composto responsabile dell'iniezione di piacere, la morfina. Un vaccino deve essere dunque in grado di essere polifunzionale per rispondere a queste diverse trasformazioni.


Come ha spiegato lo scienziato Kim Janda, i ricercatori statunitensi hanno pensato di sviluppare una sorta di muro che blocca l'arrivo della droga al cervello. In pratica "convince" il corpo umano a considerare l'eroina come un elemento patogeno, al pari di batteri e virus. Così se immessa in circolazione il sistema immunitario reagisce con enzimi che provvedono a degradarla, fino a farle perdere proprietà psicoattive ed infine ad espellerla.


Un altro lato positivo del vaccino sarebbe il fatto che si potrebbe somministrare anche in parallelo antidolorifici oppiacei come la codeina oppure l'ossicodone, perché, come spiega Koob, "non interferisce con tali terapie considerate al momento standard per combattere la dipendenza".


Sia la ricerca americana che quella messicana attendono ora di iniziare la sperimentazione sull'uomo. Principale ostacolo rimane quello finanziario. Da qui l'appello alle compagnie farmaceutiche interessate, o a donatori in grado di supportare questa fase finale e cruciale. Che rappresenta di certo un passo fondamentale nella lotta contro una dipendenza che, secondo il National Drug and Alcohol Research Centre di Sydney, riguarda ben 20 milioni di persone nel mondo. Di cui oltre 250.000 ogni anno perdono la vita.


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)