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News di Alcologia

Internet Addiction Disorder: i nuovi “hi tech-dipendenti”

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«Notti insonni passate davanti al computer, chattando senza sosta con ragazze incontrate sul web. Il giorno dopo al lavoro mi sentivo praticamente un fantasma, assente, tanto da non accorgermi delle avance reali, quasi insistenti, di una mia collega». Francesco è un ingegnere di 38 anni, bell'aspetto, non gli mancherebbe nulla per conquistare una ragazza. Ma c'è un problema, Francesco preferisce filtrare con la tastiera.
Poi c'è Manuela, quindici anni, sguardo basso e con i suoi genitori parole da strappargliele con la tenaglia. Le hanno fatto capire che stava esagerando con tutti quegli sms, cinque, sei ore di fila al giorno. Roba da guinnes dei primati lei, con le sue amiche, se non fosse per quell'utilizzo compulsivo del telefonino. Altro che record. E poi la volontà di Massimo, che sta per essere premiata: studente universitario di 26 anni, più forte ormai della sua prima confessione: «Si può dire a qualcuno che bevi troppo, soffri di crisi depressive o altro, ma come fai a raccontare a un estraneo che passi il tuo tempo davanti a un computer?».
Le storie di Manuela, Francesco e Massimo (nomi di fantasia: lo preferiscono, ndr) ricordano quelle di tanti altri, adolescenti o adulti, vittime dell'Internet Addiction Disorder: dipendenza patologica da internati con disturbi di comportamento ossessivo verso il web.
ANSIA ALLA TASTIERA - Una dipendenza che si manifesta attraverso ansia, depressione e una forte agitazione psicomotoria. Li abbiamo incrociati al Policlinico Gemelli, a Roma, dove, da qualche mese, è attivo un ambulatorio - funziona come un day-hospital: si entra, si viene visitati e poi si sceglie un protocollo d'intervento - in cui è possibile raccontare le proprie dipendenze.
Ogni settimana bussano alla porta di Federico Tonioni, psichiatra e responsabile del centro - finora l'unico in una struttura ospedaliera - almeno una decina di casi nuovi, tutti da scoprire. «Ma c'è poco da distinguere sui sintomi: sono gli stessi dei tossici in crisi di astinenza», ricorda molto professionalmente Tonioni, 41 anni e una piccola, grande speranza: «Contenere quel malessere apparentemente subdolo che in assenza di internet si trasforma in paura di perdere il controllo della situazione».
QUATTRO MESI DI ASSALTO - Dall'inizio di novembre, quando l'ambulatorio è stato inaugurato, c'è stato un vero e proprio assalto al Policlinico. Oggi però è possibile finalmente per Tonioni e i suoi assistenti - grazie anche alla preziosa collaborazione dell'associazione La Promessa - delineare due distinti livelli di intervento (colloquio iniziale, incontri successivi per individuare la psicopatologia sottostante e gruppi di riabilitazione) sui pazienti, divisi in due grossi sottogruppi.
«Ci sono gli adulti, dai 25 ai 40 anni, abbastanza consapevoli di aver instaurato un rapporto di dipendenza dal web, soprattutto per cyber-sexual addiction», nota lo psichiatra, «sesso virtuale, giochi di ruolo e pornografia sono le pagine più cliccate». E non mancano le sorprese.
OVERDOSE DI INFORMAZIONI - «L'information overload, l'eccessiva ricerca di informazione su internet può assumere sfumature paradossali», ricorda il responsabile del Day hospital psichiatrico, «è il caso di una persona che non riusciva più a viaggiare in macchina senza il suo navigatore satellitare, una sorta di protesi del cervello». In tutti questi casi, la consapevolezza di aver sviluppato un disagio, aiuta tantissimo nella scelta della terapia giusta.