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Allarme gambling: i contorni di un fenomeno che preoccupa

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Italia, allarme gambling

Il fenomeno del gioco d'azzardo è in costante crescita in tutta Europa. Una vera e propria emergenza sociale, come ha detto il presidente della Cei, Angelo Bagnasco, parlando di 'ludopatia'. Mentre il ministro per la Cooperazione e l'integrazione Andrea Riccardi propone, per arginare il fenomeno, il divieto o almeno una ferrea regolamentazione della pubblicità di giochi.

L'Italia, stando agli ultimi dati forniti dall'Istituto di fisiologia clinica (Ifc) del Cnr di Pisa con l'indagine Ipsad-Italia 2010-2011, rivolta alla popolazione di 15-64 anni, appare un Paese diviso in due. Rispetto alla media nazionale (47%) si gioca di più nelle regioni del Centro-Sud, dove il primato spetta alla Campania (57%), seguita da Calabria e poi Lazio, Sicilia, Puglia e Abruzzo. Le regioni dove invece si gioca meno sono quelle del Nord: Emilia Romagna (41%), Trentino Alto Adige (42%), Liguria e Veneto (44%). Sabrina Molinaro dell'Ifc-Cnr, coordinatrice dello studio, precisa che "al Sud si attesta un incremento percentuale rispetto a quanto misurato nelle regioni settentrionali. Il comune denominatore rimane il progressivo aumento del fenomeno".

Attenzione però: alta prevalenza di giocatori non equivale necessariamente a soggetti dipendenti dal gioco. "Nelle regioni meridionali anche se il gioco d'azzardo è più diffuso", osserva Molinaro, "si registrano quote inferiori di scommettitori con profilo a rischio. Dove invece si azzarda di meno, come in Friuli Venezia Giulia, la quota di gambler, ossia dei giocatori compulsivi, è assai più sostenuta (8%). Unica eccezione è il Molise che riporta la percentuale più alta di gambler (13%)".

Sempre in Molise, inoltre, si riscontra la maggioranza di giocatori che tiene nascosta l'attitudine e l'entità delle giocate ai propri familiari (12%). Lo stesso atteggiamento emerge anche in Sardegna (11%) e nelle Marche (10%), regioni che non mostrano in genere percentuali significative di giocatori. Vanno per la maggiore su tutto il territorio nazionale il lotto/superenalotto insieme al gratta e vinci/lotto istantaneo, con una maggiore prevalenza al Centro-Sud.

Ma sappiamo cosa succede nel cervello dei giocatori compulsivi? "Recenti studi americani con risonanza magnetica neurofunzionale hanno dimostrato che il cervello dei giocatori d'azzardo patologici, in risposta a scommesse sia vincenti sia perdenti, mostra una riduzione dell'attivazione della corteccia prefrontale ventromediale e dello striato ventrale", commenta Alberto Zani, neuroscenziato dell'Istituto di bioimmagini e fisiologia molecolare (Ibfm) del Cnr di Milano. "Queste aree sono strettamente coinvolte nei processi decisionali e sono anche responsabili, insieme al nucleo accumbens (il cosiddetto nucleo del piacere), della valutazione emozionale delle gratificazioni ai bisogni motivazionali primari (fame, accoppiamento, ecc.) e secondari (successo, denaro, ecc.)".

"In sostanza, la ridotta attività di queste aree", conclude Zani, "indurrebbe questi soggetti a prendere decisioni contro il buon senso, da cui derivano i reiterati e inutili tentativi di appagare esigenze sentite come impellenti. Un deficit neurologico che crea una vera dipendenza da diagnosticare e curare".

Cecilia Migali

Fonte: Alberto Zani, Istituto di bioimmagini e fisiologia molecolare, Milano, email [email protected]

Fonte: Sabrina Molinaro, Istituto di fisiologia clinica, Pisa, tel. 050/3152093, email [email protected]


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)