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Allarme ludopatia: vite distrutte dalle scommesse online

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ALLARME LUDOPATIA: Una vita distrutta dalle scommesse online

 Ha perso oltre 26 mila euro nel giro di 6 mesi dopo essere stato “stregato” dalle scommesse online. Adesso, anche con l’aiuto di uno psicoterapeuta, si sta faticosamente liberando da quella che era diventata una schiavitù. Ma lancia pubblicamente un allarme: «Il gioco d’azzardo via internet è una piaga che ha una diffusione e una gravità inimmaginabili».
A raccontare la sua storia è un cesenate di mezza età, che lavora come dipendente pubblico ed è un padre di famiglia. Premette di non essere uno scommettitore incallito di lunga data. Anzi, «fino ad un paio di anni fa - riferisce - non ero mai stato affascinato dai vari giochi a disposizione di chi cerca di fare un colpo fortunato. Non avevo mai giocato la schedina del totocalcio e non avevo mai provato a diventare miliardario con il lotto. Non compravo gratta e vinci. Non avevo mai frequentato agenzie ippiche o ippodromi». Poi, nel 2010, iniziò in modo apparentemente innocente il cammino che ha portato l’uomo dritto dentro un tunnel di disperazione. «Insieme ad alcuni amici - racconta - prendemmo l’abitudine di andare a giocare alle slot durante le nostre uscite in compagnia. All’inizio ci trattenevamo pochi minuti, ma dopo qualche settimana quel “divertimento” iniziò a prolungarsi fino alle ore piccole». Non passò molto tempo e le visite nei locali muniti di slot divennero praticamente quotidiane, e per giunta quasi sempre in solitudine. «In poco più di un anno ho mandato in fumo quasi 10 mila euro con le macchinette. Ma non era niente rispetto a quello che mi è capitato quando ho iniziato a giocare iscrivendomi a quattro diversi siti web che proponevano scommesse su eventi sportivi e casinò virtuali». Seduto comodamente davanti al proprio computer di casa, lo scommettitore cesenate ha iniziato a passare «giornate intere» a giocare, finché in un attimo ha «azzerato quasi il conto in banca costruito faticosamente con i risparmi messi insieme in tanti anni di lavoro». Spiega che a pesare in modo particolarmente negativo sulla sua debolezza sono stati due fattori. «Per prima cosa, ormai tutti i siti di scommesse online allettano i giocatori “regalando” a chi si iscrive ricchi bonus di partenza, che a volte arrivano persino ad alcune centinaia di euro. Poi ho avuto la sfortuna di centrare vincite incoraggianti nei miei primi tentativi. In una settimana, per esempio, poche decine di euro giocati mi hanno dato circa 1.500 euro e questo ha alimentato le mie illusioni di arricchirmi». Il risultato è stato sconvolgente: «Nella seconda metà dell’anno scorso ho bruciato più di 26 mila euro. E soprattutto mi sono ridotto quasi ad un vegetale, sviluppando una tremenda insonnia e occupando la mia testa con un unico pensiero: fare l’ennesima scommessa online. I miei amici e i miei colleghi d’ufficio, pur non sapendo quale fosse il motivo, si sono tutti accorti che c’era qualcosa che non andava. E, dopo un po’, mia moglie ne ha avuto la conferma vedendo che il budget familiare era andato velocemente in rosso». Presa coscienza di avere un grosso problema (quella che gli specialisti chiamano “ludopatia”) e trovata la forza per chiedere aiuto per venirne fuori, il protagonista di questa vicenda lancia un sos rivolto a tutti: «Attenzione, perché la dilagante “moda” del gioco d’azzardo che tutti possono vedere è solo una minima parte di un fenomeno preoccupante di dimensioni enormi. Molti si stupiscono nel vedere tabaccherie prese d’assalto dai patiti dei gratta e vinci, bar dove le stesse persone stazionano per ore davanti alle slot o le agenzie ippiche piene di gente che ogni dieci minuti punta decine e decine di euro sulle corse dei cavalli. Ma queste forme di scommessa non sono nulla rispetto a quelle invisibili che vengono fatte in modo invisibile, attraverso internet. I 26 mila euro che ho perso in pochi mesi possono sembrare tanti. Eppure sono un’inezia rispetto alle cifre di cui sono venuto a conoscenza da altre persone che hanno la mia stessa “malattia”. L’unico modo per fermare questo disastro sarebbe quello di proibire il gioco d’azzardo online, un provvedimento che si potrà mai prendere. E allora temo che storie come la mia, o anche peggiori, diventeranno sempre più frequenti».Gian Paolo Castagnoli

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)