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Australia: nuove strategie per prevenire il gambling

Australia: nuove strategie per prevenire il gambling

Il Governo federale sta valutando se utilizzarle nelle sale per individuare i più incalliti Le impronte digitali? Potrebbero

essere una soluzione per contrastare i casinò virtuali: parola del Primo Ministro australiano Julia Gillard, intervenuta sul

problema del gioco d'azzardo online nella sua nazione, già vietato quasi un decennio fa agli australiani e tutt'ora al centro

del dibattito politico a causa di una naturale e rischiosa propensione di questo popolo al gioco compulsivo. Il Governo

federale in Australia sta valutando infatti l'utilizzo delle impronte digitali nelle sale da gioco per tracciare i giocatori

incalliti e intraprendere una lotta senza precedenti ai siti di gambling.
JULIA LA ROSSA E IL SENATORE ANTI-GAMBLING - Julia Gillard, detta Julia la rossa, ha ipotizzato l'adozione di questa

soluzione unitamente ad altri strumenti tecnologici (per esempio l'utilizzo di una smartcard che fissi un limite giornaliero)

per combattere il cosiddetto cyber-gambling e realizzare una sorta di archivio nazionale dei pokeristi irriducibili da tenere

d'occhio. La Signora Gillard ha promesso del resto che avrebbe debellato il problema entro il 2014, grazie anche a un accordo

con l'attivista anti-poker Andrew Wilkie. Ma la proposta in realtà proviene dal battagliero senatore Nick Xenophone, noto per

la sua politica anti-gambling online. Recentemente Xenophone se l'è presa addirittura con le applicazioni iPhone relative ai

giochi d'azzardo, accusandole di illegalità, non facendo alcuna distinzione tra i giochi di slot machines disponibili su

iPhone e le slot dei casinò. Anzi, secondo Xenophone le applicazioni per iPhone essendo accessibili a un pubblico ben più

vasto e meno controllabile sarebbero ben più pericolose.
IL PROBLEMA DELLE SCOMMESSE ONLINE - La Nuova Zelanda e l'Australia sono considerati i Paesi leader per quanto riguarda le

scommesse online e le cifre del 2009 parlano di una media di scommesse mensili di 400 dollari per giocatore. Recentemente in

Australia la passione per il gioco d'azzardo è costata cara a Paul Mc Leavy: il ministro australiano a causa del suo debole

per i cyber-casinò (e per il porno) ha dovuto dire addio alla sua carica politica.