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GAP: una testimonianza

GAP: una testimonianza


«Io rovinato dal vizio del gioco d'azzardo» . Aldo, 45 anni, originario del Nord Barese ed oggi residente al nord Italia dove è riuscito a ricrearsi un'altra vita con una moglie ed un figlio, con il gioco d'azzardo ci confida di aver perso almeno 500mila euro. In meno di venti anni, trascorsi fra videopoker, slotmachine, lotterie, tavoli da poker, scommesse sportive, Superenalotti vari e gratta e vinci, lui giocatore per soldi («io non ho mai cercato l'adrenalina -ci dice - e per me era solo la scorciatoia per arrivare presto alla ricchezza») ha dissolto ogni somma vinta o guadagnata con il suo lavoro da operaio e nonsolo. Ha chiesto soldi agli usurai, ha mentito ai suoi genitori, ai sui familiari, agli amici che gli volevano bene. Ha bruciato i suoi affetti e ha pagatointeressi da capogiro. Ha vissuto a mille con l'illusione di arrivare in paradiso, «mentre ero solo nell'ascensore per l'inferno».
«Si è convinti di controllare il gioco - ammette - mentre è il gioco che controlla te». Aldo ha giocato ogni giorno, fino a stordirsi, fino a non vedere più il valore dei soldi per inseguirne soltanto l'odore. Fino a perdersi. «Fino a toccare il fondo. E solo allora sono riuscito a uscirne». Adesso, oramai fuoriuscito dal tunnel maledetto, ha finito di pagare i suoi debiti. Lavora come operaio e molto. Ha ritrovato affetti e amicizie e ha una moglie ed una figlia. «Voglio mettere la mia esperienza al servizio di tutti - spiega Aldo -. Per questo mi sono messo a disposizione della Comunità Oasi2 S.Francesco, perchè mi rendo conto che il gioco d'azzardo sta assumendo dimensioni spaventose, soprattutto tra i giovani».
Chi si avvicina al gioco? «Sono persone povere dentro e fuori. Sono persone insoddisfatte» Racconta: «Tutto è cominciato quando avevo meno di venti anni. Entrai in una sala biliardo dove c'erano delle slot machine. Quel giorno vinsi, come capita spesso ai principianti. Che gioia provai. Fu l'inizio della mia fine». Da allora, infatti, è iniziato il vero calvario di Aldo che, ci racconta, tra scommesse sportive, slot, poker on line e gratta e vinci, è arrivato a sperperare sino a 30mila euro in un giorno. Soldi che racimolava ovunque, sottraendoli in casa, chiedendoli in prestito ad amici, parenti, banche.
«Quando si gioca si accettano anche tutte le umiliazioni. Uscivo con gli amici e chiedevo gli spiccioli per potermi pagare una pizza. Anche se, poco prima, avevo dilapidato il mio stipendio». «Il gioco a tutti i costi era diventato per me un secondo lavoro, con orari precisi. Giocavo per ore, anche di notte, e perdevo. Perché al gioco non si vince mai e, quando succede, è come aver preso soldi in prestito, che poi devi restituire con gli interessi. Sempre e comunque».
E i soldi, ci racconta Aldo, andava a chiederli agli usurai, agli strozzini. «Non vedevo altre soluzioni». Finchè Aldo ha raggiunto il fondo ed è finalmente riuscito a dire basta. «A differenza della dipendenza da droghe, non ci sono medicine per per uscire dal tunnel del gioco d'azzardo. Quando ti trovi ad un basso dal baratro, non hai più la possibilità di scegliere. Ed ho detto basta». La morale: solo quando perdi tutto non hai più niente da perdere e puoi ricominciare a vivere, vivere e diventare un uomo.