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Gioco e azzardo: le principali differenze

Gioco e azzardo: le principali differenze

Gambling e minori: la confusione tra gioco e azzardo

Sono numerosi gli studi neurologici, condotti attraverso risonanza magnetica, che descrivono nei soggetti affetti da GAP (Gioco d’Azzardo Patologico) un’alterazione dei circuiti cerebrali, con la perdita delle funzioni inibitorie e la disfunzione delle attività corticali.

 

Il gioco rappresenta la prima esperienza creativa fondamentale per lo sviluppo di un essere umano: quello imitativo aiuta i piccoli a rapportarsi col mondo, mentre quello di fantasia stimola le funzioni logiche e ideative della mente.

E’ infatti nel gioco che ci si sente in vita.

Giocando si ritiene di poter rischiare, ma è un rischio a breve termine, che fissa nella mente un momento emozionante, per poi far tornare tutto come prima. Ed è dopo il contenimento costituito dal gioco che si ritorna alla vita consueta, fatta di abitudini e regole che sono cruciali per la crescita psico-affettiva dei minori.

L’esperienza dell’azzardo, invece, crea danni non solo psico-educativi, in quanto determina il rischio che i bambini siano predisposti alla dipendenza in età adulta, ma anche danni alle strutture e alle funzioni nervose: sono numerosi gli studi neurologici, condotti attraverso risonanza magnetica, che descrivono nei soggetti affetti da GAP (Gioco d’Azzardo Patologico) un’alterazione dei circuiti cerebrali, con la perdita delle funzioni inibitorie e la disfunzione delle attività corticali.

In questa prospettiva si comprende l’esigenza di non confondere l’esperienza dell’azzardo con quella del gioco, introducendo anche un pensiero critico intorno al termine “ludopatia”; parola ambigua, in quanto la fenomenologia clinica della dipendenza dall’azzardo non ha nulla a che fare con la fenomenologia fisiologica del gioco.

Il resto sono numeri che nascondono storie agghiaccianti. Secondo il rapporto Eurispes 2009 (l’ultimo realizzato e ancor oggi preso in considerazione dai dati ministeriali), in Italia l’azzardo coinvolge fino al 70-80 percento della popolazione adulta e il 54 percento ha scommesso con vincite in denaro almeno una volta negli ultimi 12 mesi.

 

La stima dei giocatori d’azzardo “problematici” (cioè coloro che scommettono frequentemente investendo anche discrete somme di denaro, ma che non hanno ancora sviluppato una vera e propria dipendenza patologica, pur essendo a forte rischio evolutivo) varia dall’1,3 percento al 3,8 percento della popolazione generale (da 767.000 a 2.296.000 italiani adulti) mentre la stima dei giocatori d’azzardo “patologici” varia dallo 0,5 percento al 2,2 percento (da 302.000 a 1.329.00 italiani adulti).

 

Una recente ricerca del Codacons fornisce dati ancora più allarmanti. Il 50 per cento dei disoccupati italiani presenta forme più o meno gravi di dipendenza dall’azzardo, con il 17 per cento dei pensionati colpiti, il 25 per cento delle casalinghe e il 17 per cento dei giovanissimi. I ragazzi tra i 15 e i 18 anni aumentano con una media del 13 per cento all’anno (dati desunti da un emendamento alla Legge di Stabilità 2015 presentato alla Camera dei Deputati).

 

(...omissis...)

    



copia integrale del testo si può trovare al seguente link:

http://www.qcodemag.it/2016/04/01/gambling-e-minori-la-confusione-tra-gioco-e-azzardo/

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)