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Springer's Journal of Gambling Studies: osservazioni sulla dipendenza da gioco

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Dipendenza da gioco, perché lo Stato non fa nulla?


La pratica del gioco d’azzardo, sempre più diffusa ai giorni nostri, può divenire una vera patologia e le possibilità di curarla in maniera più o meno efficace dipende, tra l’altro, dall’età in cui si interviene per pianificare il trattamento terapeutico.

 Da uno studio pubblicato sullo Springer’s Journal of Gambling Studies, condotto da Susana Jimenez-Murcia dell’University Hospital di Bellvitge, in Spagna, insieme ai suoi colleghi, emerge come l’età del paziente influenza la  parabola psicopatologica e clinica rispetto a tale disturbo.

Oggigiorno, grazie alle numerose opportunità che offre internet le persone possono accedere a diversi tipi di giochi, come slot machine, poker, roulette, i quali permettono di scommettere somme di denaro, a volte anche ingenti. Questo fenomeno è diffuso soprattutto tra i giovani e il gioco d’azzardo a quest’età è spesso legato a problemi psicologici, come la depressione, l’abuso di sostanze, lo scarso rendimento scolastico e la delinquenza.
Alla ricerca hanno partecipato poco più di 2300 pazienti e i ricercatori hanno valutato l’effetto del fattore età sugli esiti del trattamento per il gioco d’azzardo patologico al quale i soggetti sono stati sottoposti. Al fine di diagnosticare la presenza della patologia legata al gioco ai soggetti sono stati somministrati dei questionari che avevano anche lo scopo di identificare i sintomi. Inoltre è stata anche valutata la personalità dei pazienti e se avevano disturbi fisici e psichiatrici,  come la presenza di  pensieri e comportamenti suicidari.

Gli autori, commentando i risultati ai quali è approdato lo studio, hanno dichiarato che esiste una relazione tra l’età e il gioco d’azzardo patologico: più i pazienti sono anziani, maggiori sono i problemi correlati con questa patologia. Pertanto un intervento precoce nelle prime fasi di manifestazione di questa patologia è essenziale per un suo successo. È interessante notare che le donne sembravano iniziare il gioco d’azzardo in età più avanzata rispetto agli uomini.


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)