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Binge drinking: allarme bevute compulsive di alcol tra i giovani

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"Binge drinking", allarme bevute compulsive di alcol tra i giovani

Dilaga tra i giovani il fenomeno delle bevute compulsive che portano ad ubriacarsi fino allo stordimento. In Italia nel 2012, secondo un rapporto dell'Istat presentato oggi sull'uso e l'abuso di alcol, continua il trend discendente dei consumatori di alcol a rischio, già osservato nel 2011, ma tra i giovanissimi il quadro dei comportamenti di consumo a rischio è ancora piuttosto critico, in particolare per quanto riguarda il "binge drinking", che tra gli adolescenti di 16-17 anni raggiunge livelli superiori a quelli medi della popolazione e che tra i giovani di 18-24 è ormai "un'abitudine consolidata".

Secondo il rapporto dell'istituto di statistica l'anno scorso le persone di 11 anni e più con almeno un comportamento a rischio sull'assunzione di alcol erano circa 7,5 milioni, di cui 5 milioni e 674 mila maschi e 1 milione 790 mila femmine: rispetto al 2011 c'è stata una riduzione da 15,2% a 13,8% nella quota di persone che presentano almeno un comportamento a rischio. La riduzione è dovuta sia a una contrazione nel consumo giornaliero non moderato (che passa dall'8,4% al 7,5%), che alla riduzione nell'abitudine al 'binge drinking' (che passa dal 7,5% al 6,9%) e si osserva tra i maschi (da 23,9% a 21,7%) e tra coloro che risiedono nelle regioni dell'Italia Nord-occidentale e centrale (rispettivamente dal 17,6% al 14,8% e dal 15,0% al 12,3%).

Il consumo giornaliero non moderato riguarda invece ancora il 12,2% degli uomini e il 3,2% delle donne e, in particolare, il 'binge drinking' riguarda l'11,1% degli uomini e il 3,1% delle donne. Comportamenti a rischio diffusi si osservano tra gli anziani di 65 anni e più (il 40,7% degli uomini contro l'10,1% delle donne), i giovani di 18-24 anni (il 21,0% dei maschi e il 9,5% delle femmine) e gli adolescenti 11-17enni (il 12,4% dei ragazzi e l'8,4% delle ragazze). Dal punto di vista territoriale, i comportamenti a rischio sono maggiormente diffusi tra la popolazione residente nel Nord-est e nel Nord-ovest, mentre si riducono al Sud.

I giovani di 18-24 anni rappresentano un segmento di popolazione in cui la diffusione di comportamenti a rischio è elevata. In particolare il modello di consumo dei giovani vede un elevato peso del "binge drinking" (20,1% dei maschi e 9,1% delle femmine), che rappresenta la quasi totalità del rischio complessivo e che è ormai in questa fascia di popolazione un'abitudine consolidata.

L'Oms raccomanda la totale astensione dal consumo di alcol fino ai 15 anni: per questo, tra i giovani di 11-15 anni viene considerato un comportamento a rischio il consumo anche di una sola bevanda alcolica durante l'anno. La quota di quanti hanno almeno un comportamento a rischio è molto rilevante tra i giovanissimi, ma con differenze di genere meno evidenti che nel resto della popolazione: le percentuali rilevate sono pari al 12,4% per i maschi e all'8,4% per le femmine.

Anche tra i ragazzi di 16-17 anni, continua l'Istat, il quadro dei comportamenti di consumo a rischio è piuttosto critico, interessando il 15,2% dei ragazzi e il 5,2% delle ragazze. Inoltre, già a questa età il fenomeno delle bevute compulsive che portano ad ubriacarsi fino allo stordimento raggiunge livelli superiori a quelli medi della popolazione.

Secondo l'Istat l'abitudine da parte dei genitori ad avere almeno un tipo di comportamento a rischio nel consumo di bevande alcoliche sembra influenzare il comportamento dei figli e chi eccede nel consumo di alcol spesso associa anche altri comportamenti a rischio, tra cui l'abitudine al fumo. Infine alcuni comportamenti a rischio nel consumo di alcolici sembrano più diffusi tra chi frequenta abitualmente discoteche e luoghi in cui si balla

 

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)