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Ecco l’identikit dei venditori di droga nel Dark Web

Ecco l’identikit dei venditori di droga nel Dark Web

Ecco l’identikit dei venditori di droga nel Dark Web

Maschi, giovani, occidentali, distributori dell’ultimo miglio. Uno studio ha analizzato il ruolo dei siti delle darknet nella geografia della distribuzione della droga. E La Stampa ha fatto il punto sugli ultimi mercati
 
CAROLA FREDIANI
 

Concentrato in cinque Paesi. Composto da venditori, perlopiù giovani e maschi, situati geograficamente vicini ai consumatori. Spinto dalla domanda locale o regionale. Capace di ridefinire la distribuzione nelle zone di consumo, “nell’ultimo miglio”, ma non di modificare i rapporti ad altri livelli della catena di produzione e distribuzione. 

È il ritratto del traffico di droga smosso dai mercati neri presenti nelle darknet, nei siti del cosiddetto Dark Web, che emerge da uno studio, “Platform Criminalism” di tre ricercatori dell’università di Oxford, i quali hanno analizzato la geografia economica di questo settore. 

UNA FRAZIONE PICCOLA MA RESISTENTE  

In ultima analisi, ribadiscono gli autori, si tratta solo di una piccola frazione del più grande traffico globale di droga; ma una frazione robusta e resiliente, perché alimentata da una richiesta esterna già esistente. Insomma, sebbene questi mercati siano un fenomeno peculiare e recente (diciamo dal 2011, anno di nascita di Silk Road, a oggi), non alimentano una domanda nuova, ma fanno leva su quella che c’è già, enorme. Col risultato che “la chiusura di mercati individuali da parte delle forze di polizia difficilmente ha come effetto di modificare il consumo pubblico di sostanze illecite; invece è più probabile che emergano nuovi mercati per soddisfare la domanda”. In effetti, fino ad oggi, è quello che è successo. 

Ma vediamo lo studio in dettaglio. I ricercatori hanno selezionato i quattro maggiori mercati della droga presenti nelle darknet fino a qualche mese fa (come vedremo più sotto, oggi la situazione è già cambiata, e quei mercati non ci sono più): Alphabay, Hansa, Traderoute, e Valhalla. Al momento dello studio questi quattro siti coprivano l’80 per cento delle inserzioni complessive di droga su 21 mercati considerati. I ricercatori ne hanno analizzato le transazioni, insieme ad altri dati. Fra questi, il Paese d’origine dei venditori (o meglio, il Paese di spedizione), che nella maggior parte dei casi viene dichiarato. 

I CINQUE PAESI DELLA DROGA NELLE DARKNET  

La fotografia è nitida: Usa (27%), Gran Bretagna (22%), Germania (8%), Australia (8%) e Paesi Bassi (7%) sono i cinque Paesi che dominano il mercato della droga nelle darknet, oltre il 70 per cento del commercio, anche se rappresentano appena il 7 per cento della popolazione globale. E i partecipanti, come rilevato da altri studi, sono soprattutto maschi e giovani.

Non solo. Il commercio di cocaina e cannabis agevolato attraverso questi mercati è più alto proprio negli Stati che ne sono maggiori consumatori (e non nei produttori). Cosa significa tutto ciò? “Anche se rimane possibile che alcuni produttori di queste sostanze vendano anche direttamente sui mercati delle darknet, la grande maggioranza di offerta viene da parte di ridistributori che sono più vicini ai consumatori finali”, scrivono i ricercatori. Il traffico di droga delle darknet in pratica non ha dato sbocchi nuovi a chi produce, ma è diventata una “opportunità” per rivenditori nelle zone di consumo.  

COPRONO “L’ULTIMO MIGLIO”  

“Non rimpiazzano necessariamente precedenti catene di approvvigionamento, ma sono invece soprattutto nuove forme di distribuzione locale che servono l’ultimo miglio”, scrivono i ricercatori. Dunque i venditori delle darknet si appoggerebbero ancora ad alcuni degli stessi produttori e trafficanti coinvolti nel traffico convenzionale. In altre parole, questi siti non disintermediano, ma si limitano a creare forme nuove di distribuzione per alcuni dei Paesi consumatori, “offrendo nuove modalità di riduzione del rischio per compratori e venditori”. 

 

(Mappa della distribuzione globale di cannabis: produzione, commercio tramite darknet e consumo - immagine tratta dalla ricerca Platform Criminalism)  

In ogni caso, resta un mercato limitato, i cui “volumi di scambio sono ancora trascurabili”, scrivono i ricercatori, ricordando che le stime per i mercati neri online parlano di un giro d’affari di 150-180 milioni di dollari all’anno. Mentre il mercato complessivo del traffico di droga, secondo dati Onu del 2005, era di 321 miliardi di dollari.  

LA SITUAZIONE ATTUALE  

Va detto che i quattro mercati analizzati nello studio non ci sono già più a dimostrazione della volatilità del settore. La scorsa estate Alphabay e Hansa Market sono stati sequestrati dall’Fbi e dalla polizia olandese, con una mossa coordinata in cui per mesi il secondo sito è rimasto sotto il controllo degli agenti, come avevamo raccontato qua. Dal suo canto, Valhalla sembra aver smesso di funzionare e da molti utenti è considerato ormai uno scam, una truffa, o comunque un luogo da cui tenersi lontani. Mentre pochi mesi fa anche Traderoute è sparito dopo alcuni problemi di sicurezza.  

(...omissis...)

copia integrale del testo si può trovare al seguente link: http://www.lastampa.it/2018/01/18/italia/cronache/ecco-lidentikit-dei-venditori-di-droga-nel-dark-web-jFT38X22tx4T7o70eaYQeM/pagina.html

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)