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Energy drink: assuefazione chimica

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Red Bull, energia con dipendenza

La notizia che Demi Moore è finita in clinica per disintossicarsi dal mal d’amore per la fine della sua storia con Ashton Kutcher ha provocato nel pubblico meno stupore di quella, uscita successivamente, che vedrebbe l'attrice vittima di dipendenza da Red Bull.
L’energy drink è infatti finito sotto accusa: perché se è vero che «mette le ali», la possibilità che crei dipendenza la rende una potenziale minaccia per le donne in carenza d’affetto.

ZUCCHERO ENERGETICO. Secondo quanto è filtrato dal riservatissimo entourage di Moore, l'ex moglie di Bruce Willis ha iniziato a bere Red Bull in modo compulsivo sostituendo la bevanda ai pasti regolari. Insomma, l'attrice usa l'energy drink per riempirsi lo stomaco.
In effetti, la lattina contiene 27 grammi di zucchero - circa sette cucchiaini da tè - e quindi non è difficile credere che possa diventare uno spezza fame efficace.

TONIFICA MENTE E CORPO. Inoltre diversi studi scientifici hanno dimostrato che un moderato consumo di caffeina sia sufficiente per far salire immediatamente il tono e l’energia della mente, ma anche del corpo. Ecco allora che la Red Bull può diventare la compagna ideale nei momenti in cui ci si sente a terra.
Amatissima da chi si allena in palestra, perché in grado di aumentare il tono muscolare e la durata degli esercizi, l'energy drink migliora anche le performance di guida e riduce il rischio di colpi di sonno durante i lunghi viaggi in macchina.

Infarto e colpo apoplettico i rischi dell'assunzione dell'energy drink


In una lattina di Red Bull sono contenuti 27 grammi di zucchero.
.Gli studi scientifici, però, hanno evidenziato anche i rischi collegati alla Red Bull, tra cui l'infarto e il colpo apoplettico. Eppure sull'effettiva possibilità che crei dipendenza, i medici sono scettici.
Brad Anderson, capo del Dipartimento dipendenze del Northwestern Hospital, spiega che l'energy drink contiene zucchero e caffeina, due sostanze che possono dare luogo solo a una patologia, definita «caffeinismo», che consiste, principalmente, in un bisogno crescente di incrementare il consumo di questa sostanza sino a un livello di intossicazione irreversibile con conseguenze come insonnia, ansia, sanguinamento intestinale e in casi più rari, coma e morte.

ASSUEFAZIONE CHIMICA. «Non si tratta però di una dipendenza, ma di un’assuefazione chimica che è ben diversa dal rischio di alienazione totale che deriva dall’abuso di cocaina, alcol o eroina».
Una lattina di Red Bull contiene 80 milligrammi di caffeina, una quantità praticamente identica a quella contenuta in una tradizionale tazza di caffè. Così come le altre sostanze come la niacina e l’inositolo - usate per combattere la schizofrenia, il dolore cronico e persino il cancro - sono presenti in quantità talmente limitate da non poter avere effetti realmente dannosi, tanto meno creare dipendenza.


Sotto osservazione la taurina, amminoacidi con effetti dimagranti
In Francia la Red Bull è stata vietata per 12 anni, prima che l'Ue desse il via libera.
.Ma c’è un problema: chi ha una dipendenza da cocaina o da anfetamine trova negli energy drink un buon sostituto, perché proprio grazie alla presenza di caffeina offrono un sollievo e una 'botta' di energia simile. Sotto la lente è finita così la taurina: un aminoacido che pare abbia effetti dimagranti perché agisce come un 'tappabuchi', fisico ed emotivo, ma crea assuefazione. Ecco perché la Francia, per esempio, ha bandito la vendita di Red Bull per 12 anni, sino a quando l’intervento dell’Unione europea non ha modificato la norma nel 2008.
Secondo molti specialisti, tuttavia, il corpo tratta la taurina esattamente come la vitamina C: quando è in eccesso, la elimina.
Ma ci sono pareri discordanti: alcuni medici che trattano i pazienti affetti da dipendenza, si rifiutano di far partecipare alle sessioni di terapia chi ha bevuto Red Bull o altri energy drink, perché tipicamente questi appaiono sovraeccitati, hanno le gambe che tremano e non riescono a comprendere le informazioni.


NON DANNOSA DA BANDIRLA. La verità, come spesso accade, sta nel mezzo: la Red Bull è un’ottima compagna per chi è affetto da serie dipendenze, ma non contiene sostanze dannose in quantità tali da bandirne l’uso. Peraltro, secondo la classificazione ufficiale della Food and drug administration, l'energy drink è a tutti gli effetti un alimento, anche se forse sarebbe più corretto classificarlo come functional food, visti i dichiarati intenti di migliorare le performance fisiche e mentali. Ma questa, casomai, è tutta un’altra polemica.

 

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)