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Il ritorno dell’ecstasy

Il ritorno dell’ecstasy

 

Il ritorno dell’ecstasy

Aumentano in Europa produzione e consumo di pasticche contenenti MDMA. E sono sempre più potenti e alla portata di tutti

“Certo che gira in Svizzera, soprattutto dove ci sono grosse feste. Ma non la trovi sempre, tanti però se la portano da casa”. Marco non ci pensa due volta prima di risponderci. Anche lui ha già consumato l’ecstasy, le pasticche che contengono metilenediossimetanfetamina, sostanza psicoattiva nota con il nome di MDMA. Marco (il vero nome è noto alla redazione) ci confida che di tanto in tanto gli capita di ripetere l’esperienza. Parole che corroborano il monito degli addetti ai lavori: la droga della festa è tornata di moda.

Produzione e consumo di MDMA sono aumentati in tutta Europa, confermano i dati dell’EMCDDA, l’osservatorio europeo sulle droghe, e del suo corrispettivo svizzero, il monitoraggio svizzero delle dipendenze. Il fenomeno tuttavia non è più circoscritto alla scena dei rave, dove l’ecstasy era molto diffusa tra gli anni Novanta e i primi anni Duemila, ma si inserisce in una più generale voglia di fare festa, garantita dalle esperienze di comunione emotiva vissute da chi consuma questa sostanza e dalle sue proprietà stimolanti.

 

Lo sa bene Guido De Angeli, responsabile del sito danno.ch, il servizio per la riduzione del danno di Radix Svizzera italiana. Su questo portale sono presenti le allerte lanciate a livello nazionale, concernenti le droghe sintetiche diffuse in Svizzera e che presentano un’altissima concentrazione di principio psicoattivo. Circa duecento quelle emanate sull’arco di due anni. La stragrande maggioranza riguardano appunto pasticche di MDMA. Sulle pagine di danno.ch se ne vedono di mille colori, dalle forme più originali, come per esempio le bombe a mano: “cale”, come vengono chiamate per strada, dalla forma di una granata il cui contenuto è altrettanto esplosivo.

 

Ombre sulla filiera
Chi sono i produttori? Le informazioni sulla filiera dell’MDMA sono ridotte. Nell’ambiente si dice che un drappello studenti universitari ferrati in chimica producano alcune delle pasticche in circolazione. La maggior parte è tuttavia appannaggio delle organizzazioni criminali, che le confezionano soprattutto in Olanda e Belgio.

“La produzione avviene in condizioni estremamente precarie”, racconta il dottor Alessandro Ceschi, direttore dell’Istituto di scienze farmacologiche dell’EOC, un osservatorio privilegiato, riconosciuto in tutta Svizzera ed integrato nella rete europea di monitoraggio del consumo di stupefacenti. “Nell’industria farmaceutica si seguono rigide prescrizioni di sicurezza, qui invece ci sono spesso problemi di sintesi: concentrazioni e composizioni che variano da una partita all’altra e presenza di adulteranti che rendono ancor più pericoloso il consumo di queste droghe”.

 



(...omissis...)

copia integrale del testo si può trovare al seguente link:

https://www.rsi.ch/news/oltre-la-news/Il-ritorno-dell%E2%80%99ecstasy-10399040.html

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)