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Movida e binge drinking: un divertimento a caro prezzo

Movida e binge drinking: un divertimento a caro prezzo

MOVIDA E BINGE DRINKING: UN DIVERTIMENTO A CARO PREZZO

La scuola sta per finire, si inizia ad assaporare l’aria vacanziera e le occasioni per trascorrere più tempo fuori casa, in compagnia di amici, è molto di più rispetto ai mesi scorsi. Ci si incontra nei bar, ci si da appuntamento nei locali alla moda, molto più spesso ci si ritrova sulla spiaggia per il rito dell’ ”Happy Hour”. Un divertimento a caro prezzo che consiglia male i giovani, spingendoli ad assumere troppi alcolici e indirizzandoli verso l’alcolismo. Così l’estate si trasforma per tanti versi in una lotteria.


Conseguenza diretta e inevitabile della movida è, infatti, la maggiore diffusione del ricorso all’alcol e alle sbornie che provoca il bere. Si comincia con l’aperitivo dell’happy hour, non ci si fa mancare un poco di vino o birra a cena, poi in discoteca qualche giro di superalcolici e svariati cocktail dai nomi fantasiosi. Alla fine della serata è tanto, troppo l’alcol bevuto da oltre mezzo milione di ragazzi durante il weekend.


Sono oltre 8 milioni gli italiani che consumano alcolici a rischio e circa ventimila i morti provocati ogni anno in Italia dall’alcol, più di quelli causati da droga e incidenti stradali. Chi scrive di cronaca sa, pur senza essere un ricercatore dell’Istat, che l’estate si registra il più elevato numero di morti e di disabilità alcol-correlate, quelle dei giovani coinvolti in incidenti stradali causati dal bere personale o altrui, e di intossicazioni e coma etilici favoriti dall’estrema capillarità delle happy hours, anche sulle spiagge, che impattano su salute e sicurezza per definizione. Non infrequenti gli episodi di violenza, anche di gruppo, su cose o persone agita sotto l’uso della sostanza più diffusa e normalizzata dalla nostra società.


Il consumo di alcol tra i giovani è un fenomeno molto diffuso e sottovalutato in Italia. A lanciare l’allarme in occasione dell'Alcohol Prevention Day, è stato il dott. Emanuele Scafato, direttore dell’Osservatorio Nazionale Alcol dell’Istituto Superiore di Sanità, da noi intervistato, impegnato il 29 Maggio a Taranto a Palazzo Pantaleo, ove ha tenuto la Lectio Magistralis sull’alcoldipendenza come problema sociale e sanitario.


Settecentocinquanta mila i giovani compresi tra gli 11 e 17 anni, unmilioneseicentoventimila quelli di età compresa tra 11 e 24 anni. Spesso cominciano prestissimo e a 16 sono consumatori abituali di bevande alcoliche nocive per la loro salute.


Complice anche la violazione dei divieti per la somministrazione di bevande alcoliche ai minori, si va dagli ‘shortini’, cocktail dolci venduti a pochi euro ai cosiddetti ‘binge drinking’ (letteralmente “abbuffata alcolica”), una bravata che fa ingurgitare bicchieri di alcol uno dietro l’altro a due milioni di giovani tra i 16 e i 24 anni.


Il pericoloso fenomeno del “binge drinking”, bere tanto e velocemente per arrivare prima allo sballo, aumenta in maniera esponenziale durante questi mesi estivi. Bevono, non solo per divertirsi, ma per seguire una moda e sentirsi ‘grandi’ e accettati dai coetanei. I danni per la salute dei giovani, spesso adolescenti e giovanissimi, sono tanti soprattutto in presenza di altri problemi come l’obesità.


Al di là dalla “categoria” a cui si appartiene, sono tante le patologie alcol correlate che colpiscono indistintamente uomini e donne, anziani e ragazzi. Si va dai disturbi neurologici alle patologie epatiche, cardiovascolari e gastrointestinali, fino alle neoplasie maligne cioè ai tumori, soprattutto nelle ragazze. Da non sottovalutare i disturbi affettivi e d’ansia. Senza dimenticare che l’abuso di alcol compromette le relazioni sociali sia in famiglia che sul lavoro.


Ma c’è un altro pericolo: cocktail e superalcolici sono responsabili della maggior parte degli incidenti stradali durante il week-end. Probabilità che cresce esponenzialmente se, come spesso accade, all’alcol si aggiungono sostanze stupefacenti come cocaina, ecstasy o le nuove “pillole” di droghe sintetiche che vanno per la maggiore fra gli adolescenti.


Nei giovani, in cui il sistema non è ancora maturato, anche piccole quantità sono dannose e possono provocare intossicazione alcolica e coma etilico. Tra i danni provocati dall’alcol, che si possono riscontrare soprattutto nei ragazzi, anche quelli cerebrali. L’alcol, infatti, è un solvente ed è in grado di sciogliere i grassi. I grassi più nobili si trovano all’interno delle membrane cellulari e nel caso degli adolescenti quelle più ricche sono a livello celebrale. Racconta il dott. Scafato: “oltre ad intaccare le facoltà mentali, l’alcol interferisce sullo sviluppo e sulla maturazione cerebrale. Se dai 5 ai 16 anni, nel periodo dell’adolescenza, prevale un comportamento emotivo (si è quindi impulsivi e aggressivi, o timidi e introversi), nella fase successiva dello sviluppo si diventa razionali attraverso un processo di “rimodellamento” del cervello, chiamato “pruning”. “Quando l’alcol viene bevuto in adolescenza impedisce questo rimodellamento. La persona rimane cristallizzata ad una fase di ragionamento o di comportamento di tipo emotivo”.


Il 17 per cento delle intossicazioni etiliche, fino al coma, registrate nei Pronto soccorsi riguarda adolescenti tra i 13 e 16 anni, in parte destinati all’alcolismo come ci conferma il dott. Scafato.


Mode, tendenze, stili di vita che sacrificano i ragazzi agli enormi interessi economici che sono dietro la vendita di alcolici e preparano una società sempre più schiava di consumi anche letali come l’alcol. Un problema noto anche agli insegnanti, ma spesso ignorato dai genitori, che invece abilitano in famiglia il consumo alcolico a soggetti giovani che non hanno né la capacità di metabolizzare, né quella di percezione del rischio correlato all’assunzione di alcol.


Dal fenomeno movida, però, non sono esclusi neppure i meno giovani. “Nel nostro Paese sono a rischio di alcolismo 6 milioni di adulti e 3.500 ultrasessantacinquenni.”


Nei locali dove ormai l'happy hour è un rito consolidato ci sono sale dedicate ai clienti 'over 65', che "provano vergogna a seguire una moda giovanile e a 'mischiarsi' ai ragazzi, ma a causa della crisi economica vogliono approfittare delle offerte per mangiare e bere senza limiti, cosa molto in voga in questo periodo". Il risultato è che oggi gli anziani sono una delle due categorie più a rischio di comportamenti nocivi legati al consumo di alcol, insieme proprio ai giovani.


"Inoltre - aggiunge - gli anziani spesso hanno malattie concomitanti, assumono farmaci, e le interazioni e gli effetti tossici possono essere importanti”. Una cattiva abitudine può danneggiare la salute individuale giungendo a svalorizzare il capitale umano nel corso della vita, dall’embrione alla vecchiaia.


(...omissis...)


di LAURA FANO


copia integrale del testo si può trovare al seguente link:
http://www.ilsudest.it/sociale-menu/78-sociale/6160-movida-e-binge-drinking-un-divertimento-a-caro-prezzo.html


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)