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News di Alcologia

A 50 anni mi ritrovo a combattere contro i miei fallimenti e contro la depressione...

A 50 anni mi ritrovo a combattere contro i miei fallimenti e contro la depressione...

A 50 ANNI MI RITROVO A COMBATTERE CONTRO I MIEI FALLIMENTI E CONTRO LA DEPRESSIONE... Ero un fanciullo “casa e chiesa” ma con una doppia vita... e l'eroina mi ha rubato gli anni migliori, poi alcol, sesso e...


Alla soglia dei miei 50 anni mi ritrovo in comunità, l'ennesima comunità, a combattere contro i miei fallimenti e contro la depressione.
La mia è una storia lunga.
Se mi fermo a guardare il mio passato vedo il fanciullo "casa e chiesa" ma con una doppia vita, infatti l'eroina mi ha rubato gli anni migliori.
A 16 anni, un po' per per noia, un po' per i pochi interessi che avevo, ed anche per emulare i miei coetanei, ho iniziato a prendere confidenza con la siringa.
Da quel momento non ho trovato più pace.
Passavo lunghi periodi a farmi e ogni tanto trovavo forza di smettere, ma bastava un nulla per iniziare di nuovo.
A 28 anni, dopo un lungo tira e molla, è iniziata la mia prima esperienza comunitaria, durata due anni.
Finito il programma ho ricominciato a lavorare fiducioso ma senza tenere conto dei trabocchetti che il quotidiano mi tendeva; infatti dall'eroina sono passato all'alcol, iniziando, anche, a frequentare locali notturni ed instaurando diverse avventure con delle donne.
Mettevo il sesso al primo posto, subito dopo l'alcol: questo mi dava sicurezza, mi sentivo appagato come uomo.
Nell'arco di due anni mi sono trovato di nuovo a chiedere aiuto, ormai il fisico e la psiche erano a terra, la depressione non la gestivo più, i pensieri di morte, angoscia e disperazione mi attanagliavano tutto il giorno.
Da questo momento è rincominciato un via e vai nelle comunità, dove sono ancora oggi, nella speranza di salvare il salvabile.
La depressione vera e propria ho iniziato a percepirla intorno ai 35 anni, quando sperimentai i primi fallimenti tra cui le centinaia di volte che ho cercato di smettere con la roba e la prima comunità finita malamente.
Al lavoro non sono più stato lo stesso, infatti mi sentivo giudicato, sorvegliato ed evitato dai colleghi.
Un giorno mi ritrovai in casa immerso nel mio malessere più profondo, passando a letto svariati giorni senza toccare cibo, con le tapparelle abbassate, dalle quali non doveva passare neanche un filo di luce, non doveva esserci alcun rumore perché mi avrebbe agitato e dato fastidio.
Eccola, era arrivata la vera depressione, anche se non riuscivo ancora a dare un nome al mio malessere, ma riconoscevo il fatto che c'era qualcosa di opprimente che mi strozzava le giornate.
I pensieri erano catastrofici, non vedevo via d'uscita, pensavo spesso di farla finita ma senza trovare mai il coraggio...
Attualmente ho ricominciato da poco un nuovo percorso di comunità al CUFRAD e posso dire di essere cosciente dei miei limiti e, proprio da questi ultimi, ricominciare.

 

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