338-1938888 o 331-2460501/2/3 o 0172-55294[email protected]

News di Alcologia

Adolescenti italiani e psicofarmaci: è colpa della disattenzione dei genitori

alcol droga tabacco psicofarmaci dipendenze giovani alcolismo

Lisbona, 26 marzo 2009. L'Osservatorio Europeo sulle droghe e le Tossicodipendenze ha pubblicato The 2007 ESPAD report: substance use among students in 35 countries (http://www.emcdda.europa.eu/html.cfm/index77163EN.html). Si tratta di uno studio svolto in 35 Paesi europei, su 100 mila studenti tra i 15 e i 16 anni, al fine di stimare l'andamento del consumo di tabacco, alcol, cannabis, inalanti e psicofarmaci tra i giovani. Quale immagine emerge della realtà italiana?
Su 35 Paesi siamo al 7° posto per l'uso di cannabis (negli ultimi 30 giorni), al 12° posto per uso di altre sostanze psicoattive illegali (nell'arco della vita), al 6° posto per uso di tabacco (su base mensile). Una situazione piuttosto preoccupante, a cui si aggiunge un nuovo allarme: gli adolescenti italiani (e soprattutto le ragazze in percentuale doppia rispetto ai maschi) si collocano al quarto posto in Europa per l'uso di psicofarmaci.
Gli psicofarmaci consumati dai nostri adolescenti possono essere identificati in tre categorie: analgesici e antidolorifici, sedativi e tranquillanti, stimolanti. Vengono utilizzati per dormire o rilassarsi, per migliorare l'umore, per controllare l'iperattività o potenziare l'attenzione e rimanere svegli in particolari occasioni scolastiche come l'esame di maturità. Gli analgesici e antidolorifici sono a base oppioide, agiscono sul cervello e bloccano la percezione del dolore. I sedativi e i tranquillanti rallentano le funzioni del sistema nervoso centrale e sono usati per automedicare ansia, tensione e insonnia. Gli stimolanti aumentano vigilanza, qualità dell'attenzione, percezione di forza e energia. A volte vengono utilizzati in maniera smodata con altre droghe o alcol.
Sono pericolosi? Secondo recenti studi, queste sostanze provocano assuefazione, tolleranza e dipendenza che si manifesta con agitazione, dolori muscolari e alle ossa, insonnia, diarrea, vomito e tremori. L'abuso di analgesici e antidolorifici può determinare la morte per overdose a causa di depressione del sistema respiratorio; quello di sedativi e tranquillanti produce nel cervello una reazione uguale e contraria: se l'obiettivo è "rallentare", con l'abuso il soggetto che smette perde il controllo e l'attività del cervello può accelerare fino alle convulsioni; quello di stimolanti determina nel cervello afflusso di dopamina e norepinefrina, un neurotrasmettitore che determina particolare nervosismo e agitazione come cocaina e amfetamina.
Si tratta di effetti nefasti ben noti a livello internazionale tanto che da anni in Usa è stata lanciata una campagna contro queste sostanze psicoattive intitolata Prescription Drug Abuse http://www.theantidrug.com/drug_info/prescription_drugs.asp e rivolta da un lato alle famiglie, dall'altro a medici e professionisti del settore sanitario. Obiettivo di questa campagna è sensibilizzare i genitori e i medici rispetto ai pericoli di queste droghe sempre più consumate. Risulta infatti, come ho mostrato in Adolescenti tra dipendenze e libertà. Manuale di prevenzione per genitori, insegnanti ed educatori (San Paolo Ed., 2009), che gli adolescenti ne fanno ampio uso per motivi legati alla disattenzione degli adulti: non sono informati sui rischi che si corrono utilizzando gli psicofarmaci, affermano di poterli reperire facilmente in casa e in farmacia, li ritengono sostanze legittimate e "sicure" in quanto fornite dall'ambito medico. Non solo: alla base di tale consumo vi sarebbe anche la disattenzione dei genitori: sia in quanto modelli di consumo che in quanto poco attenti nel vigilare sui medicinali che ci sono in casa. Non va infine dimenticato che sempre maggiore è il numero di giovani che frequentano siti, blog, forum, in cui si danno indicazioni circa i dosaggi, il tipo di pillole in vendita, i mix ottenibili con alcol e altre droghe (ma le offerte arrivano anche nella casella di posta elettronica).
Che fare? Iniziamo a fare prevenzione a partire da casa nostra, responsabilizzandoci sui comportamenti da tenere: vigilare sui luoghi in cui gli psicofarmaci sono collocati: in alcuni armadietti del bagno o della cucina? Nella camera dei genitori? Su qualche scaffale del ripostiglio? Ovunque siano, è necessario che i genitori comincino a prestare attenzione e, se serve, a impedire l'accesso degli adolescenti a queste sostanze. Un secondo consiglio è aumentare l'attenzione sull'integrità delle confezioni, così come sul numero di pillole o dosi utilizzate, di cui è necessario tenere il conto almeno settimanalmente. Se è stato il medico a prescrivere a nostra figlia l'uso di queste sostanze, i genitori dovranno con molta precisione seguire l'andamento della cura, il rispetto dei tempi e dei dosaggi forniti dal medico, annotando eventuali effetti collaterali e impedendo l'associazione di tali farmaci con altre sostanze psicoattive o alcol. L'esempio dei genitori di fronte ai figli sarà poi decisivo: occorre che i padri e le madri esaminino la propria condotta rispetto a questi farmaci ed eventualmente il proprio modo di consumo che non deve mai arrivare all'abuso.
Molto importante, inoltre, è seguire materialmente l'utilizzo degli psicofarmaci in casa: non devono essere lasciati in giro per mesi o dimenticati: finito l'uso prescritto dal medico, vanno accuratamente nascosti oppure eliminati.
Le stesse attenzioni, naturalmente, devono essere esercitate in tutti i luoghi in cui possono essere presenti gli adolescenti: dalla casa del nonno alle infermerie della scuola. Come per tutte le altre sostanze, sarà poi importante che i genitori parlino con i ragazzi di questo tema per spiegare loro che gli psicofarmaci se abusati sono droghe altrettanto potenti di quelle che si trovano in strada.