338-1938888 o 331-2460501/2/3 o 0172-55294[email protected]

News di Alcologia

Censis, è crisi antropologica: aumentano violenza, depressione e dipendenze

cufrad news alcologia violenza depressione dipendenze Censis


Censis: È crisi antropologica. Aumenta violenza, boom antidepressivi
La perdita dei riferimenti sociali, familiari e religiosi riduce il controllo sulle pulsioni: +35,3% minacce e +26,3% reati sessuali negli

ultimi 5 anni, raddoppia consumo antidepressivi dal 2001, anoressia e bulimia prima causa morte tra giovani donne
Roma - Una "interpretazione antropologica" per comprendere il disagio diffuso nella società italiana. È la lettura proposta dal Censis, che

sottolinea il peso di fenomeni complessi e trasversali non interpretabili con i consueti schemi dell'analisi socio-economica: la crisi dell'

autorità, il declino del desiderio, la riduzione del controllo sulle pulsioni. "Siamo una società in cui sono sempre più deboli i riferimenti

valoriali e gli ideali comuni, in cui è più fragile la consistenza dei legami e delle relazioni sociali" si legge in una nota diffusa dall'

istituto di ricerca. "In questa indeterminatezza diffusa crescono comportamenti spiegabili come l'effetto di una pervasiva sregolazione delle

pulsioni, risultato della perdita di molti dei riferimenti normativi che fanno da guida ai comportamenti. È il depotenziamento della legge,

del padre, del dettato religioso, della coscienza, della stessa autoregolamentazione".
Una indagine appena realizzata dal Censis - "Fenomenologia di una crisi antropologica. La crescente sregolazione delle pulsioni" - evidenzia

il senso della relatività delle regole tra gli italiani e il tentativo di legittimare le pulsioni. È diffuso il sentimento autoreferenziale

per cui ognuno è l'arbitro unico dei propri comportamenti: è questa l'opinione dell'85,5 per cento degli italiani. Inoltre, si ritiene che le

regole possano essere aggirate in molte situazioni. Nel divertimento - continua la ricerca - è ammessa la trasgressione soprattutto dai più

giovani (il 44,8 per cento). Si crede che, quando è necessario, bisogna difendersi da sé anche con le cattive maniere (il 48,6 per cento,

quota che sale al 61,3 per cento tra i residenti nelle grandi città). Per raggiungere i propri fini bisogna accettare i compromessi secondo

il 46,4 per cento. Si può essere buoni cattolici anche senza tener conto della morale della Chiesa in materia di sessualità per il 63,5 per

cento (dato che sfiora l'80 per cento tra i più giovani). La caduta dei filtri sociali si rileva in una molteplicità di comportamenti sempre

più diffusi.
Aumentano le forme di violenza in cui è forte la componente pulsionale della perdita di controllo e dell'aggressività. Tra il 2004 e il 2009

le minacce e le ingiurie sono aumentate del 35,3 per cento, le lesioni e le percosse del 26,5 per cento, i reati sessuali sono passati da

4.454 a 5.625 (+26,3 per cento). Anche le forme di dipendenza conoscono oggi una innovazione delle fenomenologie. Se diminuisce in generale il consumo di sostanze stupefacenti (tra il 2008 e il 2009 i consumatori sono calati del 25,7 per cento, passando da 3,9 milioni a 2,9 milioni circa), la pericolosità sociale del consumo di droghe non sembra diminuire: aumentano infatti le persone prese in carico nei Sert per dipendenza da cocaina (+2,5 per cento). E sono in crescita i giovani consumatori a rischio di bevande alcoliche: dal 2009 al 2010 passano dal 14,9 per cento al 16,6 per cento nella fascia di 18-24 anni.
C'è poi la pulsione a una relazionalità virtuale. Gli italiani sono tra i maggiori frequentatori dei social network. Dal settembre 2008 al

marzo 2011 - rileva il Censis - gli utenti di Facebook sono passati da 1,3 milioni a 19,2 milioni, e ognuno trascorre su FB mediamente 55

minuti al giorno, è membro di 13 gruppi, e ogni mese posta 24 commenti, invia otto richieste di amicizia, diventa fan di quattro pagine e

riceve tre inviti a eventi. La dimensione più narcisistica delle pulsioni è legata al bisogno di apparire. Nel 2010 sono stati circa 450 mila

gli interventi di chirurgia estetica effettuati in Italia. Anoressia e bulimia sono le prime cause di morte tra le giovani di 12-25 anni, e

ne sono colpite circa 200 mila donne. La dimensione più distruttiva delle pulsioni si riscontra nel progressivo crescere delle forme di

depressione. Il consumo di antidepressivi è emblematico: le dosi giornaliere sono più che raddoppiate dal 2001 al 2009, passando da 16,2 a

34,7 per mille abitanti (+114,2 per cento).

 

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)