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Cosa dire o non dire a chi soffre di depressione

Cosa dire o non dire a chi soffre di depressione

Cosa non dire mai a chi soffre di depressione e quali frasi invece possono aiutare

È stato calcolato che la depressione diventerà nel 2020 la seconda malattia più diffusa al mondo dopo le patologie oncologiche. Anche se è difficile capire cosa provano i malati, possiamo comunque aiutarli a sentirsi meno soli. Ecco quali parole utilizzare e quali scartare

di Silvia Turin

 

Una grave patologia molto diffusa

La depressione è una malattia trasversale: colpisce uomini e donne, giovani e vecchi e anche le persone che apparentemente “hanno tutto”, come vip, attori, manager Mentre la maggior parte delle malattie mentali sono piuttosto rare, la depressione è molto comune. È stato calcolato che diventerà nel 2020 la seconda malattia più diffusa al mondo dopo le patologie oncologiche. Stando ai dati del ministero della Salute italiano il 2% dei bambini e il 4% degli adolescenti hanno avuto almeno un episodio di depressione della durata di due settimane nella loro vita. Il costo sociale della depressione in Italia , inteso come ore lavorative perse, è pari a 4 miliardi di euro l’anno, mentre per l’intera economia europea è stato stimato un costo pari a 92 miliardi di euro. Secondo l’agenzia italiana del farmaco, solo 1/3 dei malati assume le medicine prescritte e tra questi solo il 31% le prende in maniera appropriata. 

Cosa non dire: «Ti basta una pasticca»

Non vi è niente di meno utile e più dannoso che minimizzare la sofferenza. «Le persone depresse non scelgono di essere tristi o pessimiste. Dire qualcosa di banale che non riconosca la gravità della malattia non serve a nessuno», spiega la dottoressa Alison Ross, psicologa intervistata da Today.
Ricordate: la depressione clinica è un disturbo complesso che rende tutti gli aspetti della vita estremamente difficili da affrontare e deve essere trattata a 360 gradi con una combinazione di farmaci e psicoterapia.

Cosa non dire: «Non vuoi stare meglio?»

Questo tipo di affermazione implica la convinzione che il depresso sia in qualche modo responsabile-colpevole della sua malattia. «La depressione può essere difficile da trattare e nessun farmaco o terapia sono efficaci al cento per cento per tutto il tempo», dice la dottoressa Ross. Già molti pazienti pensano di non essere abbastanza forti o bravi per combattere il disturbo: «Aggiungere commenti negativi che implicano l’idea della totale mancanza di controllo sul proprio stato di salute mentale è davvero distruttivo, oltre che stigmatizzante», conclude la psicologa.

Cosa non dire: «Sono stato depresso anch’io»

A tutti piace parlare di se stessi, ma i sentimenti di tristezza occasionali non sono la stessa cosa di una depressione clinica. «La gente magari vuole essere empatica e subito spiega come ce l’ha fatta quando è capitato qualcosa di triste, ma in realtà la maggior parte delle persone non ha idea di ciò che si prova», conferma lo psicologo Avie Rainwater del LifeCare Psychology Group di Florence (South Carolina). Invece di parlare di voi, lasciate parlare i malati.

Cosa non dire: «C’è gente che sta peggio di te»

La depressione clinica può portare a problemi sul posto di lavoro, a scuola, nelle relazioni. Alcune ricerche dimostrano che il cambiamento persistente di umore, comportamento e sentimenti - tutte caratteristiche della depressione – possono anche aumentare il rischio per un individuo di andare incontro a malattie cardiache o diabete, tra gli altri disturbi. Per una persona depressa può essere difficile “guardare al di fuori” della propria situazione. «Potete dire ai malati che non sarete voi a guarirli, ma in compenso potrete aiutarli a smorzare il loro senso di solitudine e isolamento», osserva il dottor Arthur Nezu, psicologo e professore presso la Drexel University di Philadelphia.

Cosa possiamo dire: «Ci sono»

«Non basta dire “ci sono”, dovete anche provarlo», suggerisce lo psicologo John Grohol, fondatore del sito PsychCentral.com, che da 20 anni in Usa mette in comunicazione diretta esperti del settore con pazienti e famigliari. «Quando offriamo la nostra disponibilità, poi mettiamoci alla prova dei fatti, aiutando chi soffre nei compiti pratici; ad esempio trovare e contattare un medico, fissare e organizzare gli appuntamenti, qualsiasi incombenza - aggiunge il dottor Grohol - . Per un individuo depresso sapere che qualcuno è lì per lui è molto importante».

Cosa possiamo dire: «Facciamo qualcosa insieme»

Le persone depresse possono facilmente rimuginare: ripensare continuamente a eventi negativi o tormentarsi nel ricordo di come particolari accadimenti avrebbero potuto svolgersi in modo diverso. Rimuginare può portare al peggioramento della depressione. «Non è solo un sintomo preoccupante, è una fissazione su un evento passato o su ciò che qualcuno ha detto e su che cosa può significare», spiega lo psicologo Rainwater. I terapisti aiutano le persone che soffrono ad affrontare questo tipo di pensieri negativi, ma intanto possiamo dare una mano. «Possiamo proporre un’attività insieme, preferibilmente mentalmente e fisicamente impegnativa, che distragga i pensieri di chi continua a rimuginare», dice lo psicologo Carl Tishler, professore associato di psichiatria e psicologia presso la Ohio State University.

(...omissis...)

copia integrale del testo si può trovare al seguente link: http://www.corriere.it/salute/neuroscienze/cards/cosa-non-dire-mai-chi-soffre-depressione-quali-frasi-invece-possono-aiutare/grave-patologia-molto-diffusa_principale.shtml

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)