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Droghe e psicofarmaci: il secondo step dello sballo giovanile

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Droghe e psicofarmaci: il secondo step dello sballo giovanile

Lo step successivo all’alcolismo è l’integrare lo sballo dato dalle bevande con l’assunzione di cocaina, eroina, MDMA, chetamina, LSD, pasticche di ogni sorta, anfetamine, hashish e marijuana. La differenza la fa la disponibilità di denaro, come al solito, e il consumo aumenta nel week end nei locali della movida delle più grandi città, come Milano e Roma. Si può parlare di dipendenza vera e propria anche se ne usufruiscono dei giovani ragazzi? Certo che sì, in questo caso sfortunatamente l’età non fa la differenza, anzi più si è giovani più si corre il rischio di riportare danni a lungo termine. Ma il fenomeno si registra, purtroppo, anche nel resto d’Europa: un recente studio condotto a Bruxelles dall’Osservatorio europeo sulle droghe ha appurato, nel 2009, che 13 milioni di europei ha assunto almeno una volta nella vita la cocaina, 7,5 milioni di giovani sotto i 34 anni ha fatto altrettanto e di questi 3 milioni l’hanno assunta di recente. Dati sconcertanti, soprattutto perché l’Italia è tra i primi posti per il consumo personale, insieme a Inghilterra, Spagna, Irlanda e Danimarca. In altri paesi europei, soprattutto dell’est, la cocaina è meno diffusa e si prediligono piuttosto le droghe sintetiche, altrettanto pericolose.
Alcune sostanze stanno perdendo mordente, come la marijuana e hashish, il cui consumo saltuario sta diminuendo velocemente: lo stesso non può dirsi per il consumo giornaliero, che resta tutto sommato costante, vista anche la facilità di reperire tali sostanze e i costi meno proibitivi. In Europa, quasi 75 milioni di persone hanno fatto uso almeno una volta di queste sostanze e circa il 7% di esse le ha consumate nell’ultimo anno. Quelli che fumano quotidianamente sono circa 4 milioni: tre quarti di questi ha meno di 35 anni. Ancora una volta l’Italia spicca per le percentuali, posizionandosi al primo posto per il consumo regolare, saltuario e giovanile insieme alla Spagna.

La poliassunzione di sostanze che creano dipendenza
Il problema della dipendenza da droghe si aggrava se si osserva il fenomeno da un punto di vista più ampio: accade che queste sostanze vengano mixate con altri stupefacenti, sigarette o con l’alcool, generando uno sballo che raggiunge picchi molto pericolosi. L’Osservatorio europeo ha registrato un centinaio di combinazioni diverse e sono i giovanissimi a rischiare grosso: più di un terzo mixa “senza criterio” ignorando l’interazione delle diverse sostanze e la loro pericolosità, con una predilezione per le combinazioni a base di alcool, al primo posto come base di partenza.

Psicofarmaci e droghe sintetiche
Nuova frontiera dello sballo: gli psicofarmaci. In crescita l’uso di sostanze psicotrope, soprattutto tra i giovani sia Italiani che stranieri, che hanno iniziato a sniffare persino medicinali con principi attivi quali metilfenidato, facente parte della categoria delle anfetamine e capace di creare dipendenza e assuefazione tanto quanto cocaina e altre droghe pesanti. Vengono venduti su internet o rubati in casa ed hanno effetti non meno devastanti. Stesso discorso per le droghe sintetiche o chimiche, capaci di scatenare patologie psichiatriche molto gravi e tendenze suicide; i danni neurologici sono molto importanti, soprattutto nella popolazione giovane, la più esposta e la più soggetta all’uso. La marijuana sintetica, chiamata Infinity, promette effetti maggiori che quella “naturale”, come ad esempio la doppia durata della sensazione di sballo.

Il rischio è che socialmente le droghe sintetiche o la cocaina e l’eroina vengano tollerate come lo spinello, che non crea meno danni, ma che è meno pericoloso per la salute mentale di chi ne fa un uso “moderato”. Infinity viene venduta negli smart shop sottoforma di deodorante per ambienti e non lascia traccia nelle urine o nel sangue in una eventuale analisi delle stesse.
 

La produzione in proprio delle droghe
Altro grido d’allarme è rappresentato dalla “produzione propria”, ovvero dalla lavorazione casalinga di sostanze per produrre, ad esempio, ecstasy. Questa viene consumata in gran parte dai giovanissimi in ambienti quali feste o rave party, ed è classificata come droga sintetica. La fabbricazione delle pasticche di ecstasy è semplice: il principio attivo è la metildiossimetanfetamina, una polvere che viene pressata per assumere la forma di una compressa. Il gioco è fatto, ecco uno sballo veloce e poco impegnativo che promette un trip lungo ed economico. Si crede che essendo sintetiche non creino dipendenza e questo è sbagliato: danneggiano poi il sistema nervoso e in alte concentrazioni (tipiche delle produzioni casalinghe) possono essere letali, specie se assunte insieme ad altre sostanze o all’alcool.


Il ruolo di internet nella diffusione delle droghe
Nell’epoca della digitalizzazione e dell’informatica, internet non poteva non avere un ruolo importante nel fenomeno del giro e del consumo di droghe: spopolano i siti che con un click inviano comodamente a casa sostanze stupefacenti, spacciandole (è proprio il caso di dirlo) per droghe legalizzate e naturali, che quindi non “fanno male” e non creano dipendenza. Ovviamente così non è e il meccanismo mette a dura prova i controlli dello Stato sul fenomeno. La rete, si sa, è soggetta a meno controlli per il suo dinamismo e velocità nel far sparire le proprie tracce, consentendo quindi a coloro che vogliono arricchirsi con questi siti di crearsi un vero e proprio business. L’Inghilterra è il paese in cui più della metà dei 70 siti di questo genere sono stati aperti e in cui negli anni scorsi i decessi causati dal consumo di cocaina sono raddoppiati. L’Osservatorio ha diffuso questi dati per mettere in guardia l’Europa sul fenomeno sempre più dilagante, sia tra i giovani che tra gli adulti; per entrambi, la cocaina è associata al successo sia sociale che professionale, per non parlare dello sballo generato dalla sua assunzione. Anche l’eroina registra un aumento dei consumi: più di un milione di persone in Europa ha iniziato ad assumerne dosi importanti negli ultimi anni.
Ma non è necessario demonizzare la rete, essa non è la causa dell’aumento dei tossicodipendenti e non bisogna limitarne la libertà: il problema va risolto alla radice e non certo oscurando i siti che si occupano di vendite, i quali sono in grado di riaprire da altri server e zone del mondo fino all’infinito. È la legge della domanda e dell’offerta: se la società riuscirà ad arginare il consumo e quindi la domanda, probsbilmrnte questi siti chiuderanno i battenti.
Il campanello d’allarme ha suonato: aumento del consumo, aumento dei decessi e poliassunzione sono chiari sintomi di una generazione che sta perdendo di vista la realtà e che si rifugia negli stati alterati di coscienza per vivere le proprie giornate.”

 

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)