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Febbre da esami: attenzione al consumo di alcolici e psicofarmaci

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Tra allarmanti digiuni e notti insonni sui libri, in arrivo alcune strategie per superare al meglio la prova finale

Attacchi d'ansia, crisi di panico, notti insonni e metabolismo sfasato: ecco i «sintomi della febbre da maturità». Secondo il parere degli esperti, un rischio per l'esito degli esami, ma soprattutto per la salute degli studenti, che tendono a trascurare tutte le «buone regole» per quanto riguarda alimentazione, sport, relax e ore di sonno. È, infatti, partito il conto alla rovescia per i 500 mila giovani che fra dieci giorni saranno impegnati con la prima prova dell'esame di Stato e vivono in questo periodo giorni convulsi e densi di stress. Resta poco più di una settimana per prepararsi al meglio, e se qualcuno si concentra sulle tecniche per copiare (dal gadget hi tech alla tradizionale «cartucciera»), tantissimi si preparano a vere e proprie «maratone» di studio.
I rischi
Non si contano quelli che trascorrono ore e ore a studiare in modo ossessivo e senza pause, mangiano in modo scorretto (61%), passano troppo tempo davanti a libri e Pc (74%) e si «dimenticano» di andare a dormire (52%), solo per citare alcuni dei comportamenti da evitare individuati dagli esperti. Se a questo si aggiunge un calo vertiginoso di ogni tipo di attività fisica (come sottolinea il 66%) e l'incapacità che molti hanno di «staccare» sia dal punto di vista fisico che da quello mentale (54%), il risultato è tutt'altro che roseo e lo stile di vita dei maturandi italiani assomiglia più a una gara di sopravvivenza che a una seria preparazione agli esami. E i conseguenti danni di questo rush finale sono numerosi: dalle brusche variazioni del peso corporeo (36%), all'insonnia (77%), passando attraverso mal di schiena e cervicali (72%), ma anche sbalzi d'umore e irritabilità (61%). Inoltre, cosa più grave, secondo gli esperti interpellati dall'Osservatorio Federsalus in molti casi non si tratta di «piccole noie» che scompaiono dopo la maturità ma di fastidi che potrebbero far sentire i loro effetti nel tempo.
E per quanto riguarda la sfera psicologica? Alla base c'è certamente «l'ansia da prestazione» e le troppe ore concentrati sullo studio, piegati malamente sul libro o davanti ad un monitor, possono portare maggiore difficoltà di concentrazione, proprio quando se ne avrebbe più bisogno. Sottoporsi ad un tour de force fra libri, appunti e quaderni eliminando ogni forma di contatto sociale può rivelarsi un errore, in quanto l'ansia e lo stress accumulate in questo periodo devono trovare una valvola di sfogo, altrimenti possono trasformarsi in veri e propri attacchi di panico.
I consigli
Per superare indenni gli esami, gli esperti di Federsalus propongono, dunque, un decalogo fatto di pasti leggeri e poco elaborati, senza dimenticare l'importanza dell'attività fisica, praticata per almeno 30 minuti al giorno, alternando magari una semplice passeggiata con un po' di stretching. Per quanto l'alimentazione, sarebbe necessario variare il più possibile e distribuire il cibo in cinque pasti al giorno, dando spazio a pane, pasta, riso e cereali, che forniscono il giusto apporto di glucosio e favoriscono la digestione. L'assunzione di selenio e zinco, contenute nei vegetali, carne e pesce, può rivelarsi un valido aiuto per la mente e, infine, le vitamine e i minerali di cui la frutta è ricca aiutano a sopportare meglio il caldo e la stanchezza, contribuendo anche a regolare il sonno. Inoltre, sotto esame è opportuno non cenare troppo tardi ed evitare l'abuso di alcool e di sostanze eccitanti come tè, caffè, cioccolata, che intorpidiscono e comportano un introito calorico non indifferente.

Occhio a pillole, energy drink, beveroni, integratori e altri aiuti chimici o «naturali» per studiare meglio o più a lungo in vista della prova. «Questi prodotti o non fanno niente, o peggio fanno male: in molti casi la loro efficacia non è dimostrata, in altri invece si tratta di veri e propri medicinali che interferiscono con il sistema nervoso centrale. Oltretutto abituano il ragazzo all'idea di un "aiuto" artificiale per risolvere i problemi». A mettere in guardia gli studenti e i loro genitori è Italo Farnetani, pediatra e docente a contratto dell'Università di Milano-Bicocca, che si dice stupito perchè oggi, a cercare una «spinta» in farmacia, dal medico o in erboristeria non sono solo i ragazzi alle prese con gli ultimi ripassi, ma anche i loro genitori.
«In parte sottovalutano il potenziale pericolo di queste sostanze, in parte sono spinti dalle eccessive aspettative nei confronti della performance scolastica dei figli. Si tratta comunque di un fenomeno reale e preoccupante, che oltretutto ha una valenza negativa dal punto di vista psicologico: il ragazzo - spiega l'esperto - si abitua a modificare la propria prestazione con sostanze esterne». «In realtà un adolescente sano non ha bisogno di farmaci, integratori o prodotti 'naturalì per studiare meglio. I genitori - raccomanda Farnetani - farebbero bene piuttosto a garantire al ragazzo un ambiente tranquillo, portando in tavola in questi giorni i suoi piatti preferiti. E soprattutto allentando la tensione in vista