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Le nuove droghe dei giovani? Gli psicofarmaci

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Da sempre le nuove generazioni si avvicinano alle sostanze stupefacenti con curiosità e spirito di emulazione. Ma se il consumo delle sostanze ‘classiche' che garantiscono sballo ed evasione rimane costante, aumenta il numero di giovani che utilizza psicofarmaci per evadere dai problemi e dalla vita quotidiana. È questo il risultato di una recente ricerca fatta dall'Espad (European School Project on Alcohol and Other Drugs) riguardo il consumo di stupefacenti tra i più giovani.
Ed i risultati dell'indagine sono allarmanti: l'Italia risulta al quarto posto nella classifica che coinvolge 35 paesi europei sull'utilizzo di droghe. Nel Belpaese l'indagine ha arruolato diecimila studenti ed è stata condotta dai ricercatori dell'Istituto di Fisiologia Clinica del Consiglio nazionale delle Ricerche (Ifc e Cnr) di Pisa.
Stabile l'utilizzo delle droghe classiche, in aumento l'uso-abuso di alcol e psicofarmaci. L'Italia è in buona compagnia con Lituania, Francia e Principato di Monaco, mentre agli ultimi posti si collocano Austria, Russia e Regno Unito.
In generale sono più le ragazze a far uso di questo tipo di sostanze e anche in Italia la percentuale delle donne è del 13% contro il 7% dei ragazzi. In Italia il 10% degli intervistati ha ammesso di aver fatto uso di psicofarmaci almeno una volta, ed è dal 1995 che in Italia non si registrava una percentuale cosi alta.
Ma come è possibile avere accesso a queste sostanze senza prescrizione medica? Molto spesso questi medicinali vengono rubati a nonni e genitori, sono negli armadietti delle medicine in casa o vengono semplicemente acquistati on line.
Tra i farmaci più ricercati, al primo posto i sonniferi, a seguire antidepressivi e anfetaminici. L'8% degli intervistati dichiara di averne fatto uso almeno una volta nell'ultimo anno, il 4% almeno una volta nell'ultimo mese e un allarmante 1% afferma di usarli almeno 20 volte in un mese.
E se il consumo di tabacco diminuisce, aumenta quello di alcol, molto spesso assunto in associazione agli psicofarmaci. Un mix, dichiarato dal 4% degli intervistati, che secondo gli esperti diventa molto pericoloso e può colpire il sistema cardiocircolatorio o polmonare.
"Se un tempo la droga era una scelta di rifiuto della 'società', oggi è, all'opposto, una scelta di omologazione e normalizzazione. È essenziale che le istituzioni e la comunità lavorino insieme. Scuola, famiglia, politica, sport, nessuno è escluso. Occorre offrire modelli positivi e positive forme di emulazione da seguire".
"Riguardo all'allarme psicofarmaci che, concordo, in realtà sono di facile accesso anche ai ragazzi, esso mutua anche in Europa un triste destino dalla tradizione americana." Afferma la dottoressa Silvia Garozzo psicologa psicoterapeuta. "In altri termini, come in America al primo disturbo si distribuiscono psicofarmaci a tutti, anche ai bambini (sic!), così in Europa ed in Italia molti medici di base (ma non tutti, attenzione) hanno acquisito la brutta abitudine di prescrivere psicofarmaci senza considerare ne l'eventualità di una psicoterapia risolutiva, ne quella di una consulenza specialistica (in questo caso psichiatrica).
I nostri ragazzi quindi hanno facile accesso all'armadietto dei medicinali, altresì esistono le ricette false e non ce ne dobbiamo stupire. Per affrontare un problema così immenso è necessario vederlo nella sua interezza senza mettere la testa sotto la sabbia.
Inoltre, l'abuso di alcool, marijuana e quello sempre più diffuso di cocaina sono tra molti giovani ormai divenuti la modalità abituale di considerare l'evasione ed il divertimento. Gli adolescenti in particolare possono sfogare nell'uso di sostanze le difficoltà tipiche di questa fase evolutiva sommate a quelle più specifiche della società odierna.
Concordo inoltre sulle responsabilità genitoriali. Vedo molti genitori in difficoltà a crescere e responsabilizzare i nostri ragazzi. Questi ragazzi vengono lasciati allo sbando o educati con tanta buona volontà ma poca tecnica.E' necessaria a mio avviso una reazione a tutto campo per affrontare il problema. Ben vengano questi studi che ce lo mostrano con maggior chiarezza. E' necessario agire a livello giuridico dando a chi viene colto sul fatto compiti di riparazione; nell'educazione dei genitori, dei professori e di coloro i quali si occupano a loro volta dell'educazione dei ragazzi; in ambito medico facendo informazione e cultura su tali difficoltà soprattutto a livello della medicina generale. Infine, credo, i nostri giovani hanno bisogno di recuperare spazi e modi di aggregazione sani"