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OMS: Una donna su tre è vittima di violenze domestiche, raddoppia di rischio di alcolismo e depressione

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Una donna su Tre è vittima di violenze domestiche
di Vito DiVentura 


Secondo il rapporto della World Health Organization (WHO) 1 donna su 3 nel mondo è vittima di violenza fisica o sessuale da parte del proprio partner o ex, specialmente in Asia e nel Medio Oriente dove vengono addirittura frustate.


Si tratta del primo studio sistematico e globale sulla violenza contro le donne e il suo impatto sulla salute. Lo studio è stato condotto dal 1983 al 2010 sui dati estrapolati da quelli forniti da 81 Paesi. Secondo le Nazioni Unite, più di 600 milioni di donne vivono in Paesi in cui la violenza tra le mura domestiche non è considerata un crimine.


Per i dati sulle violenze domestiche, gli scienziati hanno  analizzato informazioni provenienti dal 86 Paesi e riferendosi a donne di età superiore ai 15 anni. Inoltre per 56 Paesi i dati sono stati utilizzati per le violenze subite da persone diverse dal partner. Per il Medio Oriente, mancando questi dati, gli esperti del WHO hanno utilizzato un modello di simulazione al fine di avere comunque una stima globale.


Dai dati è risultato che gli abusi sono più elevati in Asia, in particolare Bangladesh, Timor Est, India, Myanmar, Sri Lanka e Thailandia dove il 37,7% delle donne subisce abusi e violenze. Segue il Medio Oriente, dove la media si attesta al 37%, mentre nelle regioni Sub-Sahariane è il 36,6%. Nel Nord America, Unione Europea, Giappone, Sud corea, Australia e Nuova Zelanda la media è del 23,2%.


“Queste sono statistiche shoccanti”, ha detto Flavia Bustreo, direttrice della Divisione sulla salute delle famiglie, donne e bambini, del WHO. “Sopratutto è shoccante che il fenomeno sia sviluppato in tutto il mondo”. Per il Direttore generale WHO, dottoressa Margaret Chan: “La violenza sulle donne è un problema globale di salute di epidemiche proporzioni”.


Secondo il WHO le vittime non ricorrono alle cure mediche ospedaliere o alla giustizia per via di  tabù, che le rendono acquiescenti, oppure di norme o consuetudini che considerano normale la ricorsa alla violenza da parte di uomini e donne.


Nel rapporto il WHO ha anche dato la definizione di violenza fisica ovvero quando uno subisce schiaffi, spinte, pugni, viene soffocato o attaccato con un’arma. La violenza sessuale è invece definita come essere fisicamente forzati ad avere sesso, fare sesso per paura o essere obbligata a fare qualcosa di umiliante o degradante. Il rapporto ha esaminato il tasso di violenza contro le donne da parte di altri partner e ha scoperto che il 7% delle donne nel mondo aveva già subito violenza prima del matrimonio.


Sottolineando l’impatto che tali abusi hanno, il rapporto del WHO evidenzia che globalmente il 38% delle donne vengono uccise dai familiari o dai loro partner, che la violenza lascia segni a volte indelebili, come ad esempio cicatrici, oppure, in caso di ossa rotte, il dolore permane per lungo tempo prima che le stesse si saldino. Le donne che hanno un compagno violento sono doppiamente esposte a depressione, alcolismo e a malattie veneree, dalla sifilide all’HIV.


Lo studio ha evidenziato un’alta probabilità che donne abusate abbiano una gravidanza non voluta, un aborto, a un bambino sotto peso e che i loro bambini a loro volta molto probabilmente diventeranno loro stessi violentatori o vittime di abusi in età adulta.


Insieme al rapporto il WHO ha emesso anche delle linee guida per le autorità per prevenire la violenza, facendo in modo che tutti coloro che operano sulla salute siano preparati a riconoscere quando una donna può essere a rischio e come rispondere in modo corretto.


Il rapporto è disponibile sul sito del WHO al seguente indirizzo:

http://www.who.int/mediacentre/news/releases/2013/violence_against_women_20130620/en/index


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)