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Psicofarmaci a scuola, il doping degli studenti: parla Sabrina Molinaro (CNR)

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Psicofarmaci a scuola, uso spropositato ed effetti collaterali devastanti


A scuola gli studenti, siano essi liceali o laureandi, si trovano ad affrontare periodi di grande stress, dovuto alla mole di materiale da studiare o alla imminenza di esami impossibili da rimandare. Tutto ciò comporta, ovviamente, una stanchezza psicofisica che può essere superata essenzialmente in due modi: o andando avanti, superando ogni ostacolo con una consistente dose di buona volontà; o utilizzando, purtroppo, psicofarmaci potenti dagli effetti più svariati: c'è chi assume medicinali che aumentano l'attenzione, oppure chi usa pillole per fare sonni profondi e rigeneranti, per benefici solo in un primo momento; bisogna pensare, infatti, a tutti gli effetti collaterali, alcuni dei quali sono davvero temibili.


A dimostrare che i giovani fanno largo uso di queste sostanze è stato l'Istituto di Fisiologia Clinica del Cnr di Pisa, attraverso lo studio Esapd 2011, che è consistito nel raccogliere dati da un questionario somministrato a un campione di ben cinquantamila alunni italiani: da ciò è emerso che quello degli psicofarmaci non è un uso ma un vero e proprio abuso, un circolo vizioso dal quale si esce con difficoltà.


Spiega questo, l'epidemiologa Sabrina Molinaro:


"Mentre il consumo di droghe, alcol e tabacco sta diminuendo tra gli studenti di quell'età, anche perché hanno meno soldi in tasca a causa della crisi, l'assunzione di psicofarmaci senza prescrizione medica rimane costante. Non diminuisce, anzi. L'uso di tranquillanti e pillole per dormire è in aumento, si è passati dal 4,5 per cento del 2007 al 5,4 per cento del 2011".


Queste medicine, che, a seconda dei casi, possono essere molto utili - ma solo se usati per brevi periodi -, vengono assunte come fosse pane quotidiano dagli studenti, che ne fanno, dunque, un uso pressoché smodato:


"Invece i ragazzi li prendono con troppa leggerezza perché consigliati da qualche amico - continua la dottoressa - o anche perché qualcuno in famiglia già li ha. Li usano prima di compiti in classe, interrogazioni, esami. Insomma in periodi di studio intenso".


Il primo approccio con questi medicinali si ha a quindici anni, secondo i dati raccolti dallo studio del Cnr di Pisa: le sostanze possono essere trovate facilmente nelle dispense di casa, usate qualche volta dai genitori, oppure, come tiene a specificare anche la Molinario, su internet, dove esiste, tra le altre cose, il mercato più libero del mondo:


"Ma sbaglia chi pensa che quella sia l'unica fonte di approvvigionamento. Si possono comprare nel gran bazar di internet. I ragazzi se li scambiano a scuola o a casa di amici. Il 3 per cento ha dichiarato di averli comprati da uno spacciatore insieme con altre sostanze, il 4 per cento li ha reperiti in discoteca o ai concerti".


Può nascere una forte dipendenza, purtroppo, e a quel punto tutti gli sforzi fatti per lo studio saranno vani.


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)