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Psicofarmaci, li usa un adolescente su quattro: i dati di una ricerca torinese

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Torino: psicofarmaci a un adolescente su quattro

Circa il 25 per cento dei ragazzini torinesi di 13 anni ha assunto psicofarmaci almeno una volta nella vita, a casa oppure fuori con gli amici. È il primo dato di una ricerca in corso coordinata dal Dipartimento di salute pubblica dell'università di Torino. "Finora" ha spiegato Roberta Siliquini, ordinario di Igiene, durante la presentazione del Rapporto Osservasalute 2011? l'indagine è stata condotta su 600 studenti tredicenni delle scuole medie; l'obiettivo è intervistarne 2.000 entro l'autunno. Abbiamo rilevato che circa un quarto dei ragazzini ha assunto psicofarmaci almeno una volta. In alcuni casi i farmaci sono stati assunti fuori casa con amici, in altri casi sono invece stati i genitori a far assumere i farmaci ai ragazzi". Una decisione, ha proseguito, "non dettata però da motivazioni mediche ma solo dalla volontà di aiutare i figli a superare degli stati d'ansia". Si tratta, ha commentato Siliquini, di un "uso improprio e preoccupante degli psicofarmaci, principalmente per due ragioni: la prima è che somministrare a ragazzi psicofarmaci a dosaggio per adulti può portare ad effetti imprevedibili; la seconda è che, dal punto di vista educativo, è sbagliato indurre i giovani a pensare di poter risolvere i propri problemi o la propria ansia semplicemente basandosi su un aiuto esterno come può essere un farmaco".
"Se fosse confermato, si tratterebbe di un dato estremamente preoccupante ed allarmante". Così il presidente della Società italiana di pediatria (Sip), Alberto Ugazio, commenta il dato preliminare dell'indagine. "Gli psicofarmaci hanno, come tutti i farmaci, degli effetti collaterali e vanno utilizzati solo se ci sono delle indicazioni precise per patologie mentali. Se non ci sono delle indicazioni, il loro uso presenta dunque dei rischi".
Tanto più nel caso di bambini e ragazzi: "L'utilizzo di questi farmaci, nel caso dei bambini - avverte l'esperto - richiede sempre lo stretto controllo del medico e gli psicofarmaci devono essere prescritti da un neuropsichiatra infantile. In questo campo, l'automedicazione, o il fai da te, è quanto di meno auspicabile possa esserci per la salute dei nostri bambini". Inoltre, prosegue Ugazio, "l'ansia, per combattere la quale i genitori del campione avrebbero somministrato psicofarmaci ai ragazzi, è un sintomo che va valutato: se non indica una patologia, la terapia farmacologica non è assolutamente indicata". Certamente, rileva il presidente Sip, "il dato preliminare del 25% di tredicenni torinesi che ha assunto almeno una volta psicofarmaci, è un dato comunque elevatissimo. Dunque, o è inverosimile il risultato della ricerca in corso, oppure - conclude - siamo davanti ad una situazione davvero preoccupante".


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(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)