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Videogiochi e depressione: possibili correlazioni

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Videogiochi e depressione, potrebbe esserci un legame

Un'indagine suggeriesce che vi possa essere un legame tra l'uso assiduo di videogiochi e la depressione
Una nuova indagine suggerisce che vi possa essere un collegamento tra l'abitudine ai videogiochi con la depressione e l'ansia
I pareri sono contrastanti: c'è chi dice che i videogiochi possono provocare depressione, chi invece ritiene che questo non sia vero. La

verità è che, fino a oggi, non ci sono prove certe. Tuttavia, un nuovo ulteriore studio, mette in luce un possibile collegamento tra l'uso

assiduo di videogames e i sintoni ansiosi e depressivi.
Secondo i ricercatori australiani della Victoria University di Melbourne chi è dedito assiduamente ai videogiochi ha maggiori probabilità di

soffrire di depressione o ansia dei giocatori occasionali.
Lo studio denominato "Global Video Game Play, Health and Well-being Study" e promosso dal professor Daniel Loton e colleghi della VU e ha

preso in esame per un anno le abitudini di un gruppo di persone che utilizzava i videogiochi in maniera assidua o occasionale. Di tutti i

partecipanti sono stati presi in esame gli effetti psicologici esercitati dal gioco, le abitudini mentali, la storia sanitaria, le diagnosi e

lo stato di salute generale e mentale.
I primi risultati sono stati pubblicati da News.com.au e suggeriscono un possibile nesso tra l'uso continuato di videogame e i sintomi

depressivi e ansiosi. Nella fattispecie, chi è dedito ai videogiochi per una media di 33 ore a settimana, ha riportato il 25 percento in più

di depressione e il 15 percento in più di ansia rispetto ai giocatori occasionali.
«Usiamo la scala Ansia Depressione Stress (DASS) per misurare la depressione, ponendo alle persone alcune domande sui sintomi sulla base delle diagnosi - ha sottolineato Loton - Chiedendo alle persone circa la loro storia di diagnosi di salute mentale, riesco a trovare la

percentuale di persone a cui è stata diagnosticata una malattia mentale e se hanno cercato curarla».
Secondo Loton, in realtà non è detto che siano i videogiochi a essere la causa della depressione ma che le persone che si dedicano a questa

attività con maggiore frequenza, mettano in atto un meccanismo detto di "coping", dedicandosi al gioco per distrarsi o sfuggire dai problemi.
«Così dobbiamo mettere in discussione se in tutto questo è più probabile che i sintomi di salute mentale fossero lì prima del giocare

eccessivo che non dopo. Questo mi ha portato a pensare che i primi risultati suggeriscono che ci potrebbe essere un meccanismo di coping

dietro la depressione e l'ansia», conclude Loton.
Lo studio continuerà ancora per nove mesi, dando la possibilità ai partecipanti di completare il sondaggio ogni mese.


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)