La gioia più bella dell'ex alcolista: lo sguardo del figlio finalmente sereno

La gioia più bella dell'ex alcolista: lo sguardo del figlio finalmente sereno
Alla festa annuale dell'associazione si intrecciano le storie di uomini e donne che vivono la battaglia contro la dipendenza
MANTOVA. La gioia più bella? Un bambino di 4 anni che accompagna la mamma, con lo sguardo sereno. Lei racconta di averlo avuto da sobria, dopo alcuni anni che aveva smesso di bere con gli Alcolisti anonimi. Una delle storie che la cinquantina di mantovani di A.A., uomini e donne hanno condiviso ieri alla festa dell’associazione.
Storie interessanti anche per chi non ha la dipendenza dall’alcol. Che è una malattia (“mentale, progressiva, cronica e mortale”, stabilì l’Oms già nel 1956) spiegano Riccardo e Umberto, il nuovo coordinatore. L’occasione di incontrare gli Alcolisti anomini della provincia di Mantova, zona chiamata “Risveglio”, è la festa annuale nella sede di via Hrovatin, che ha riunito i 4 gruppi di Mantova, Volta, Castel Goffredo e Quistello.
«Ci chiamiamo col nome di battesimo e basta, ci riuniamo una o due volte alla settimana, leggiamo brani della nostra letteratura e li commentiamo, poi ognuno se vuole parla di sé». Nel percorso si è affiancati da uno del gruppo che funge da sponsor. Ognuno si rallegra dei successi degli altri, nessuno si sente giudicato: «Chi non ha mai bevuto non può capirmi come gli altri alcolisti».
Colpisce la consapevolezza del male fatto a se stessi e alle persone più care. Nel capire di aver toccato il fondo, alcuni si sono disintossicati in clinica, altri si sono rivolti subito agli Alcolisti anonimi. «Oggi sono una persona migliore. Ho modificato il mio carattere, i miei atteggiamenti con gli altri», dice uno. Un altro aggiunge: «La vita è più bella da quando sono responsabile verso me stesso e gli altri». L’alcol provocava disaffezione nei confronti dei familiari. Una donna: «Ho smesso di bere da 15 anni e di fumare da 9. Bisogna resistere per 24 ore. Nemmeno di fila. Allora mi sono detta: un’ora ce la posso fare. E più avanti ci ho riprovato».
Il tema della giornata era «È mia responsabilità recuperarmi e trasmettere ciò che ho ricevuto». Un desiderio che nasce spontaneo («non potrò mai ripagare il bene che ho ricevuto», dice un uomo) e che per qualcuno si esplicita nell’offrire la propria testimonianza: «Per superare qualunque problema dovevo rivolgermi all’alcol». C’è chi ammette di aver avuto una ricaduta, ma si è ripreso. E chi invece ha nel cuore troppo risentimenti per i torti subiti che continua a rifugiarsi nell’alcol: «Però se non venissi al gruppo, so che berrei molto di più».
(...omissis...)
copia integrale del testo si può trovare al seguente link: https://gazzettadimantova.gelocal.it/mantova/cronaca/2019/12/01/news/la-gioia-piu-bella-lo-sguardo-del-figlio-finalmente-sereno-1.38039999
(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.cufrad.it)