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Alcolismo: esiste una base genetica?

Alcolismo: esiste una base genetica?

Alcolismo: esiste una base genetica?

L’alcolismo è un disturbo complesso e multifattoriale, caratterizzato dalla dipendenza da alcolici, che si realizza in un desiderio incontrollato di bere smodatamente.

Nonostante chiunque possa sviluppare questa sindrome da dipendenza, è noto come alcuni fattori personali, sociali e familiari (ceto, stress, disturbi mentali, età, reddito) abbiano una certa influenza sulla possibilità di diventare alcol-dipendenti.

L’assunzione compulsiva di alcolici comporta sintomi fisici, psichiatrici e modificazione del proprio status sociale: se da una parte aumenta notevolmente il rischio di cirrosi epatica, infarto, depressione, ansia, schizofrenia ed altre malattie, anche la probabilità di commettere reati aumenta notevolmente con la possibile e probabile perdita del posto di lavoro, di divorzio dal partner, di perdita della casa e dell’abbandono dei figli.

L’alcolismo è quindi in tutto e per tutto una piaga sociale in continuo aumento che però emerge sempre meno, sia per l’accettazione sociale del consumo di alcolici a scopo ricreativo, sia per l’abitudine di bere dentro le mura domestiche.

Alcuni studi, effettuati nel corso dei primi anni Duemila, hanno evidenziato la componente genetica come uno dei fattori che – in concorso con altri – possono portare un individuo a bere compulsivamente. E’ infatti noto che i figli di alcolisti siano più a rischio di diventare alcolisti essi stessi e che in alcune famiglie il problema dell’alcol sia ricorrente nelle generazioni.

A partire da queste osservazioni, già negli anni Novanta sono stati identificati alcuni locus genici ritenuti alla base della dipendenza, in quanto interferiscono con la produzione e la funzione di neurotrasmettitori del sistema noradrenergico, dopaminergico, GABAergico ecc. e quindi con le aree cerebrali specializzate nella mediazione degli stimoli piacevoli e nel meccanismo di ricompensa (rewarding system).

Successivi ed approfonditi studi hanno portato alla caratterizzazione di alcuni polimorfismi genetici, ovvero variazioni genetiche diffuse nella popolazione e considerate non patologiche, effettivamente correlati con una maggiore tendenza ad abusare di alcol: è il caso del polimorfismo sull’allele A1 del gene DRD2 Taql, mappato sul cromosoma 11, che aumenta la probabilità di dipendere da sostanze come gli oppiacei e le endorfine, sostanze notoriamente connesse con lo stato di piacere e di gratificazione.

Proprio queste scoperte, unite ad altre con grande rilevanza clinica e psichiatrica, hanno portato a definire l’alcolismo una malattia, più che un vizio.

Infatti, come nel caso di numerose altre patologie psico-somatiche, perchè la patologia si manifesti è necessario che si verifichi una concomitanza di fattori predisponenti che concorrono all’emergere della patologia stessa: non è quindi sufficiente un solo fattore predisponente (ad esempio un polimorfismo genetico), ma sono necessarie altre condizioni (ambiente sociale, stimoli esterni, familiari alcolisti ecc).

(...omissis...)

copia integrale del testo si può trovare al seguente link: http://www.alcover.it/alcolismo-esiste-una-base-genetica/

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)