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Medicina delle Dipendenze: il ruolo della genetica e dell'ambiente nello sviluppo della dipendenza

Medicina delle Dipendenze: il ruolo della genetica e dell'ambiente nello sviluppo della dipendenza

RUOLO DELLA GENETICA E DELL’AMBIENTE NELLO SVILUPPO DELLA DIPENDENZA

Cristina Cadoni, in un articolo pubblicato sull’ultimo numero della rivista Medicina delle Dipendenze, offre uno stimolante contributo sulle influenze genetiche e ambientali nell’abuso di sostanze e nelle dipendenze. Quanto influiscano, rispettivamente e in modo interattivo, contesto ambientale e patrimonio genetico nello sviluppo delle dipendenze è uno dei temi più discussi negli ambiti disciplinari che si occupano di dipendenze. Negli ultimi anni, vi sono stati importanti avanzamenti nella comprensione dei processi neurobiologici attraverso i quali, da una parte i fattori biologici, dall’altra i fattori socio-culturali, agiscono per rafforzare la resilienza o la vulnerabilità all’abuso di sostanze o allo sviluppo di dipendenze. Ad esempio, numerosi studi  hanno mostrato che i fattori gentici incidono per circa il 50% sul rischio di dipendenza. Secondo altri studi e varie metanalisi, vi è una base genetica (30-70%) che incide sulla predisposizione alla dipendenza, ma tali studi “non danno ancora informazioni attendibili sull’architettura genetica che sottende tale predisposizione“.

Inoltre, a oggi non emerge una specificità genetica per ogni singola sostanza, con la parziale eccezione della nicotina.

Nella seconda parte dell’articolo, Cadoni sintetizza i contributi più rilevanti che hanno discusso il ruolo della componente ambientale nello sviluppo delle dipendenze. “I ricercatori degli studi su gemelli hanno documentato che l’importanza delle influenze ereditarie genetiche nel loro complesso (ereditarietà) potrebbe variare in maniera considerevole in funzione delle misure di fattori ambientali (Kendler, Eaves, 1986).

Alternativamente, si può dire che l’importanza delle influenze ambientali può variare drammaticamente in funzione dei fattori genetici  (…) Per tanto, in conclusione si può dire che l’entità del rischio genetico sull’abuso di sostanze può aumentare in un contesto ambientale meno arricchito, sia attraverso una ridotta sorveglianza genitoriale che attraverso una ridotta coesione sociale“.

Secondo Cadoni, è ormai chiaro e riconosciuto che “i fattori ambientali e genetici sono in continua interazione dinamica durante tutta la vita di un individuo“.  In definitiva, lo studio delle interazioni geni-ambiente appare di straordinaria importanza al fine di un aumento delle conoscenze sui  meccanismi neuro-biologici alla base delle dipendenze. Ciò è inoltre funzionale allo sviluppo di approcci di prevenzione e di cura sempre più individualizzati.

 

(...omissis...)

copia integrale del testo si può trovare al seguente link:

http://www.cesda.net/?p=14071

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.cufrad.it)