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Senza alcol è ancora vino? Forse

Senza alcol è ancora vino? Forse

Senza alcol è ancora vino? Forse

Abbiamo assaggiato Steinbock Alcohol Free Sparkling di Weingut Hofstätter e oggi vi raccontiamo come è andato il primo incontro con un calice profumato e aromatico ma che non provoca alcuna ebbrezza. Riflettendo sulle categorie a cui questo prodotto è rivolto

La polemica è montata di recente, quando l’Unione Europea ha proposto di consentire in futuro la produzione di vino dealcolizzato, ovvero vino senza alcol e/o diluito con acqua. Una pratica che la Coldiretti ha definito un inganno legalizzato in un paese come l’Italia considerato tra i maggiori produttori al mondo di vino e fortemente ancorato alla tradizione enologica. In verità, una buona dose di cattiva informazione, veicolata in tono allarmistico riguardo a un documento di lavoro interno alla Presidenza del Consiglio UE che contiene, al momento, solo proposte di modifica (Riforma PAC post-2020), è rimbalzata con una serie di luoghi comuni che hanno generato equivoci e che hanno creato ancor più confusione mettendo in campo termini come vino, dealcolizzazione, aggiunta d’acqua.

L’occasione della presentazione al mercato di Steinbock Alcohol Free Sparkling, bollicina senz’alcol, prodotta da Martin Foradori Hofstätter – Weingut Hofstätter – è ghiotta per fare un po’ di ordine. Martin afferma: «Il mercato chiama ed è sempre meglio agire prima di reagire» e dopo aver provato il calice, abbiamo compreso che è ben lungi dall’essere un inganno legalizzato.
Iniziamo con il dire che la dealcolizazzione dei vini, pratica consentita secondo modi e tecniche appropriate entro il 20% del tenore alcolico di partenza, è stata introdotta già nel 2009 proprio per poter gestire da parte dei produttori il problema dei vini eccessivamente alcolici in conseguenza del global warming. Steinbock Alcohol Free Sparkling è però un prodotto assolutamente diverso, un vero “vino” dealcolizzato che a questo punto per una migliore comunicazione chiameremo bevanda.

È ottenuto grazie a un’apposita tecnica di distillazione sottovuoto che garantisce di ritrovare i profumi pressoché inalterati e complessi della materia prima. All’interno di un’apparecchiatura viene ridotta la pressione atmosferica (a circa 15 mbar) e con ciò abbassato anche il punto di ebollizione dell’alcol da circa 78° C a circa 25-30° C. Alla fine del processo, si ottiene una bevanda con un contenuto alcolico inferiore a 0,25 Vol %. La materia prima di partenza è sempre l’uva che, per la prima volta, non origina un fermentato della famiglia “vino”. La definizione di vino è contenuta invece nel Reg. 491/2009 all. XI ter, punto 1 e recita così: è definito vino il prodotto ottenuto esclusivamente dalla fermentazione alcolica totale o parziale di uve fresche, pigiate o no, o di mosti d’uva. La necessità della presenza di alcol nel vino è stata confermata dalla sentenza della Corte di Giustizia del 25/07/2021 C-75/90 Guitard, avente ad oggetto la possibilità di commercializzare una bevanda analcolica denominata “vino senza alcol” e ottenuta dalla dealcolizzazione della bevanda vinosa, circostanza confermata anche dall’accordo USA-UE del 10/03/2006.

Steinbock non è quindi un vino e non pretende di esserlo, è una tipologia differente, certamente un prodotto di altissimo livello ottenuto dal vitigno Riesling, una varietà che Martin Foradori Hofstätter conosce molto bene. Viticoltore di lunga esperienza, eclettico e capace di porsi in modo recettivo rispetto alle richieste del mercato con uno sguardo attento e innovativo, si è messo in gioco. Dalla sua proprietà in Germania, Dr. Fischer, è nata questa etichetta prodotta in tiratura limitata (solo ventimila bottiglie) che abbraccia le nuove esigenze di una clientela più attenta alla propria salute e al consumo moderato di alcol, e che sta catalizzando l’interesse di esperti del settore e consumatori, oltre ogni previsione. Indagini di settore hanno evidenziato come siano sempre più diffusi vini dealcolizzati con una crescita di mercato rilevante. Una tipologia che nei paesi anglosassoni è molto diffusa, che esiste da almeno trent’anni e che sta facendo ovunque passi da gigante. «Sono numerose – afferma lo stesso Martin Foradori Hofstätter – le categorie di consumatori che richiedono sempre di più vini alcol free. Un prodotto diverso che assolve a un ruolo diverso, ma per questo non deve far paura».

Prodotto e imbottigliato in Germania reca in etichetta, secondo la normativa vigente, la dicitura “Bevanda analcolica ottenuta dalla dealcolizzazione del vino, mosto concentrato e rettificato, anidride carbonica”. La qualità è indiscussa. Non a caso a lanciare l’ardito progetto è un produttore di livello come Martin Foradori alla guida di una realtà che da sempre si contraddistingue per l’eccellenza e per etichette che hanno fatto la storia dell’Alto Adige e del Pinot Nero, per la ricerca dei terroir più vocati, per un’attenzione verso la natura e la sua sostenibilità fuori dal comune.

(...omissis...)

copia integrale del testo si può trovare al seguente link: https://www.linkiesta.it/2021/06/come-e-assaggio-senza-alcol-vino-dealcolizzato/

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.cufrad.it)