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Manipolazione emotiva: come riconoscerla e affrontarla

Manipolazione emotiva: come riconoscerla e affrontarla

MANIPOLAZIONE EMOTIVA: COSA FARE?

Annalisa Barbier

Ho scritto diversi articoli sul tema della manipolazione relazionale e delle sue conseguenze, affrontando la questione dal punto di vista delle caratteristiche psicologiche degli attori di queste relazioni disfunzionali in cui prevale, come modalità comunicativa, quella manipolatoria. 

Vorrei con questo articolo tornare sul tema della manipolazione emotiva per rispondere ad alcune domande che una lettrice ha sottoposto alla mia attenzione qualche tempo fa.

COSA’E’ LA MANIPOLAZIONE EMOTIVA?

Come ho scritto nella sezione del mio sito dedicata alla manipolazione emotiva, questa è “…una sorta di passo a due, ballato da due persone con caratteristiche complementari: una delle due (tipicamente il manipolatore) ha bisogno di mantenere il controllo, la percezione positiva di sé ed avere sempre ragione, mentre l’altra (la vittima manipolata) è caratterizzata da un bisogno fortissimo di fusione ed approvazione, che la porta a permettere al manipolatore di ri-definire la sua idea di realtà, idealizzandolo e cercando costantemente il suo consenso”.

Le conseguenze della manipolazione emotiva in una relazione possono essere di gravità diversa, a seconda della frequenza ed intensità dei comportamenti manipolativi e della fragilità psicosociale di chi la subisce.

In generale tuttavia si tratta di comportamenti che inducono in chi li subisce sintomi psichici e fisici anche invalidanti sia durante, che dopo che la relazione è terminata (Sindrome Da Manipolazione Relazionale).

COME ACCORGERSI DELLA MANIPOLAZIONE

La prima cosa da fare è coltivare un costante e consapevole dialogo con se stessi per tenere il polso della situazione. Il presupposto principale per parlare con se stessi è ascoltare se stessi: restare in contatto con la propria interiorità, fatta di desideri, ricordi, timori, pensieri… purtroppo la maggior parte delle persone è davvero poco in contatto con se stessa, lasciandosi principalmente distrarre dalla mole di stimolazioni esterne cui è continuamente soggetta. Si tende così a divenire inconsapevolmente sensibilizzati a ciò che dall’esterno viene proposto come desiderabile e indice di felicità e successo, dimenticando che il senso della vera gioia viene da dentro e dalla attitudine ad essere grati e consapevoli di ogni istante che viviamo.

L’assenza di un ascolto attento, silenzioso e gentile del proprio cuore, che lasci emergere ciò che davvero è buono per noi, ciò che davvero può darci nutrimento di crescita e realizzazione, può renderci fragili e predisporci ad attribuire maggiore importanza ad altri che a noi stessi.  

Se la nostra attenzione è spostata all’esterno e agli stimoli che dall’esterno ci vengono proposti ed imposti, poca sarà l’attenzione rivolta al proprio essere interiore e saggio, che sa cosa davvero sia bene per ognuno di noi e per il nostro cammino di crescita. In questa condizione, ci si rende fragili e dipendenti dagli altri e dal loro giudizio, rischiando di vivere come una nave in preda alla tempesta: andando di qua e di là seguendo il vento che soffia e perdendo la presa sul timone della nostra vita.

Per imparare ad ascoltare se stessi, occorre imparare ad accogliere qualsiasi stato d’animo si affacci e ci attraversi, imparando a lasciar andare controllo, false aspettative, lotte interne e paure, e lasciando pian piano emergere ciò che alberga dentro di noi. Questa attitudine osservante e consapevole è molto importante per mantenere il contatto con noi stessi ed accorgerci se sta accadendo qualcosa di nocivo o dannoso per il nostro benessere e la nostra salvaguardia. Può dunque aiutarci a mantenere un punto di vista oggettivo e saldo, in quanto interiorizzato, anche di fronte a persone che vogliono confonderci o portarci a fare qualcosa che non faremmo altrimenti. 

Nella mia personale esperienza, ho trovato davvero utili ed efficaci le tecniche di meditazione e visualizzazione, lo yoga, il rilassamento e la Mindfulness. Occorre ricordare che bisogna esercitarle con costanza per apprezzarne ed svilupparne appieno le potenzialità.

SMASCHERARE LA MANIPOLAZIONE

Quando si è coinvolti in una relazione caratterizzata da manipolazione, la nostra capacità di restare orientati alla realtà, lucidi e capaci di essere oggettivi nelle valutazioni diminuisce sempre di più.

Come afferma Robin Stern nel suo libro “Come mi vuoi?” e come ho indicato in un mio precedente articolo, esistono livelli di gravità di manipolazione relazionale crescenti. Al grado estremo troviamo una vittima ormai incapace di osservare i fatti con oggettività, il cui punto di vista è diventato quello dell’altro e che spesso soffre di disturbi fisici e psichici anche invalidanti.

Il mio parere è che sia più importante comprendere dentro di sé cosa sta avvenendo nel rapporto e quanto dolore ciò provoca nella nostra vitapiuttosto che cercare a tutti i costi di “smascherare” le trame dell’altro. Riportiamo l’attenzione su di noi per decidere cosa fare e non sull’altro; se anche riuscissimo a fargli notare la scorrettezza dei suoi comportamenti, non è detto che questi smetteranno né tantomeno che sarà disposto a darci ragione! 

Perciò è importante osservare ciò che non va, i segni evidenti del comportamento manipolativo e sottrarvisi: per togliere potere alla manipolazione dobbiamo imparare a rinunciare ad essere apprezzati e desiderati solo perché facciamo o siamo ciò che l’altro si aspetta da noi. Rinunciare al giochino del “bastone e carota”, che ci tiene schiavi e dipendenti in una relazione in cui amore, rispetto e considerazione vengono usati come merce di scambio.

Un altro aspetto importante che spesso caratterizza le modalità disfunzionali di relazione è quello della “pretesa”: pretesa di ricevere conferme, spiegazioni o ammissioni di colpa ed è proprio questo meccanismo ad incastrarci perché sposta le energie dalla comprensione di ciò che non va e dunque dalla possibile soluzione, alla aspettativa che l’altro cambi.

Per fermarsi prima che le cose precipitino e che la sofferenza raggiunga livelli invalidanti, è necessario dunque:

  • rendersi consapevoli della propria soffeenza e delle conseguenze provocate da certi comportamenti dell’altro;
  • ascoltare le persone care che ci mettono in guardia su ciò che accade; la rete di amicizie e quella familiare sono molto importanti perché possono dare sostegno e mostrare la realtà quando non si riesce più a vederla con chiarezza. Tuttavia purtroppo, molto spesso accade che il partner abbia fatto in modo di creare un vuoto relazionale, finalizzato proprio ad isolare la “vittima” per renderla dipendente e sottomessa
  • rinunciare ad ottenere una “ammissione di colpe”
  • chiudere la relazione se la situazione è divenuta insostenibile o non vi sono altre soluzioni percorribili.

(...omissis...)

copia integrale del testo si può trovare al seguente link: https://www.psicoterapiapersona.it/2018/05/17/manipolazione-emotiva-cosa-fare/

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.cufrad.it)