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Ortoressia, quando il cibo sano diventa un'ossessione e fa ammalare

Ortoressia, quando il cibo sano diventa un'ossessione e fa ammalare

Ortoressia, quando il cibo sano diventa un'ossessione e fa ammalare

L'eccessiva attenzione alla ricerca del cibo sano è un'ossessione che toglie spazi di libertà e rivela un rapporto difficile con il corpo

 

Soffre di ortoressia chi sviluppa una vera e propria ossessione per i cibi considerati sani. Passa intere giornate a cercarli nei negozi giusti, li mangia in dosi non sempre corrette, privilegia certi gruppi di nutrienti rispetto ad altri e finisce per ammalarsi per carenze nutritive, oltre che soffrire di ansia e sensi di colpa tutte le volte che cede a una tentazione o mangia qualcosa che non è previsto nei suoi rigidi schemi. In Italia si stima che siano dalle 300 mila alle 500mila le persone che manifestano questo disturbo. Con Paola Medde, psicologa e psicoterapeuta dell'Ordine degli Psicologi del Lazio, cerchiamo di capirne di più.

Che cosa si intende per ortoressia?

L'ortoressia è l'ossessione per il cibo sano che si manifesta con la ricerca continua di alimenti che, per qualche motivo, sono ritenuti migliori di altri. E' un fenomeno in rapida ascesa negli ultimi anni, anche se in Italia, purtroppo abbiamo ancora pochi dati e studi specifici. Alcuni specialisti la considerano un disturbo del comportamento alimentare, al pari dell'anoressia e della bulimia, per altri è più assimilabile ad un disturbo compulsivo-ossessivo. Talvolta, soprattutto nelle persone più mature, sembra una forma di anoressia nascosta, mascherata dalla tendenza a curare il proprio stato di salute. Questo succede soprattutto alle donne attorno ai 45-50 anni, che hanno paura dell'invecchiamento.

Quali sono i segnali dell'ortoressia?

Le persone che ne soffrono tendono a darsi regole rigidissime nella scelta dei cibi, in genere mangiano esclusivamente alimenti che considerano sani, anche se poi sono in molti ad escludere serie complete di nutrienti – che siano i grassi, i carboidrati o le proteine. Fino a qui può sembrare la scelta di uno stile di vita sano, certo un po' restrittivo, la ricerca legittima del proprio benessere. Si parla di ortoressia nel momento in cui queste persone, se per qualche motivo sgarrano, se cedono a un normale pezzo di pizza o a un gelato, poi si tormentano, hanno problemi di insonnia, soffrono di paure, sensi di colpa, si fustigano. Sono persone che si tolgono ogni margine di libertà, di elasticità: aderire ad un stile di vita, seguire una tendenza va bene, ma diventare integralisti, fanatici, senza possibilità di scegliere valutando volta per volta, a seconda delle situazioni, questo è patologico.

Di cibo si parla in continuazione: crede che sia un problema culturale?

Sicuramente esiste questo aspetto. Di cibo si parla in continuazione e le informazioni che vengono veicolate sono spesso discordanti o assolute, non fanno che alimentare miti, invece di far riflettere le persone con senso critico. Le nostre sono le generazioni più longeve di sempre, che hanno a disposizione il cibo più sicuro e controllato: il problema è che non siamo disposti ad accettare l'idea che il corpo possa ad un certo punto della vita cambiare, deteriorarsi, ammalarsi. Quindi cerchiamo di correre ai ripari con cure di ogni tipo, trattamenti, chirurgia estetica e anche con la ricerca del cibo perfetto, incontaminato – ammesso che esista – per farci una sorta di lifting interno.

Così il cibo non è più un piacere...

Alimentarsi diventa un atto meccanico, è come fare il pieno ad una macchina. Le persone che soffrono di ortoressia non avvertono più fame o sazietà, hanno paura della fame, cercano di prevenirla stabilendo orari fissi, rituali rigidi nel tentativo di gestire il desiderio, mangiano da soli, non frequentano i ristoranti, non viaggiano perché non possono controllare che cibo troveranno. Gli ortoressici si negano lo spazio per il piacere, spesso anche quello sessuale, arrivano a tali inibizioni che non si commuovono nemmeno più. C'è un congelamento delle emozioni. In più, non accettano il proprio corpo nella sua interezza, ma lo concepiscono solo dal punto di vista funzionale ed estetico. Però sono i pensieri che fanno la differenza.

(...omissis...)

copia integrale del testo si può trovare al seguente link: http://www.elle.it/cucina/interviews/a1474926065052/ortoressia-cos-e/

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)